Recensione di Eleonora Mazzotti alle poesie di Paolo Tabarro
Paolo Tabarro “Fogli di un diario” – deComporre Edizioni
Fogli di un diario è il titolo di una raccolta di 35 poesie intime e delicate, attraverso le quali trovano espressione frammenti di quel vorticoso flusso di sentimenti e pulsioni che, spesso impercettibili al sentire altrui, popolano il nostro essere durante l’agire giornaliero. Versi intensi e suggestivi che consegnano al lettore, mediante un linguaggio capace di coniugare puntualità e potenza evocativa, istantanee di emozioni, stati d’animo, impressioni. La lettura di Fogli di un diario consente l’esperienza irripetibile di un’immersione in un gorgo avvolgente di sentimenti, dalla cui magia si resta catturati: amore e solitudine, gioia e tristezza, speranza e illusione, angoscia e felicità. Ogni poesia è un frammento di interiorità al quale viene data voce, un breve moto dell’anima che viene sottratto al turbinio del quotidiano, una preziosa gemma della propria emotività che viene messa al riparo dall’azione fagocitante delle occupazioni giornaliere. Dalla raccolta emerge dunque con estrema nitidezza la duplice funzione che l’Autore assegna all’espressione poetica. La poesia è innanzitutto la via migliore per assicurare una sopravvivenza a un vertiginoso e complesso mondo di pulsioni interiori troppo prezioso per scivolare via nell’oblio e troppo bello, pur nella sua struggente contraddittorietà, per rimanere inespresso. La poesia è poi il canale privilegiato per manifestare lo stupore di fronte alle meraviglie dell’esistente, sia esso una donna, un luogo, un momento, il cosmo nella sua interezza. L’espressione poetica diviene allora lo spazio ideale in cui liberare emozione e meraviglia, due condizioni dell’io che spesso si tende ad occultare, per non apparire fragili o infantili, e che invece animano l’individuo e lo determinano dal profondo, facendo di lui quello che effettivamente è, al di là di ogni apparenza e superficialità. Fogli di un diario è anche una raccolta di luoghi poetici, luoghi dello spazio e dell’anima, ritratti con scarne incisive parole che colpiscono l’impressione del lettore con la stessa immediatezza di pennellate di colore. L’aria fresca di Parigi, l’orologio di Place d’Aligre, i boulevard deserti, l’odore aspro del mare di Napoli: le sensazioni si sovrappongono e si intrecciano in un magico gorgo di immagini e suoni, di odori e sapori che descrivono un modo di essere esteriore e interiore. Pur immerso in un’introspezione spesso angosciosa e smarrito di fronte alle imprevedibili sfide del presente, l’individuo riesce tuttavia, oltre ogni aspettativa, a intravedere una speranza, ora nella bellezza dell’universo ora negli occhi dei suoi simili, fiaccola all’orizzonte. In questa insospettabile combinazione di solitudine e condivisione sembra quasi essere racchiuso il senso ultimo del mistero umano. Il linguaggio poetico scelto dall’Autore, strutturato in una sintassi limpida e fluida, regala imprevedibili associazioni di immagini e ricercate metafore. Dominante appare, quale chiave di lettura dell’esistente, la trama di opposizioni polari caldo/freddo, luce/ombra, rumore/silenzio. Lo spazio poetico si popola di trasparenze incerte, di sguardi immaginati, di luci soffuse e di ombre che solcano il mare, in una travolgente alternanza di presenze e assenze attraverso la quale la vita sembra potersi rinnovare perennemente, sospesa tra l’acuta nostalgia di una forma estinta e la rabbiosa attesa del fuoco del futuro.
Visualizzazioni: 610a cura di: Eleonora Mazzotti