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En plein per “Il Castello”!

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Voce a chi non fosse un personaggio di rango o era rinchiuso e non voleva parlare!”.

Questo il leit motiv che ha spinto Antonella Di Schino a realizzare “Il Castello”, libro presentato venerdì sera dinanzi ad una platea colma in ogni ordine di posto nella cornice dell’ex chiesa di San Teodoro all’interno del Castello Angioino.

Sotto la sapiente conduzione di Sandra Cervone, l’autrice gaetana, insieme alla curatrice Mara Salipante, ha evidenziato i molteplici aspetti e le diverse chiavi di lettura della sua opera.

Il contesto storico e sociale della sua realizzazione va a sottolineare anche i controsensi della vita del Castello, tra questi la gran varietà di “ospiti” reclusi, dal prigioniero di guerra all’obiettore di coscienza ed al singolare caso di un sacerdote.

Attimi perfettamente ritratti negli scatti della Di Schino, la cui intenzione era quella di imprimere sulla pellicola e mettere quindi nero su bianco gli aneddoti uditi dai protagonisti, dando libertà a scene di vita quotidiana che difficilmente sarebbero emerse e che rappresenta un motivo di grande soddisfazione per l’artista pontina.

Rappresentare le sensazioni ed i silenzi infatti è stata la più grande sfida affrontata dalla fotografa gaetana che nel suo lavoro si è aggirata nel forte angioino talmente silente da sembrar quasi uno spettro.

Un fantasma sì, ma pronto a catturare con la sua fedele macchina la singolarità di quel raggio di luce capace di suscitarle qualcosa d’istintivo e sensazionale, perché basta un semplice attimo a far cambiare le condizioni e mutare la scena.

“Sperare e non tornare”, scritta impressa su una parete catturata in uno shot, testimonia l’attenzione ai dettagli e a quei particolari misteriosi che affascinano Antonella Di Schino e la portano ad interrogarsi e cercare un’interpretazione: “in questo caso l’ho intesa come la volontà di uscire e non tornare!”, la fuga da un mondo di sofferenza insito in uno dei luoghi più temuti dai militari del XX secolo.

Ed il tema della condivisione, affrontato indirettamente nella realizzazione della sua opera “perché fotografare è una cosa, il progetto un’altra”.

Quindi il ringraziamento alla curatrice Mara Salipante che ha evidenziato la scelta del b/n per conferire quella sorta di atemporaneità, ai testimoni che le hanno permesso di conoscere gran parte di una storia finora troppo spesso raccontata frammentariamente, ai responsabili dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale che l’hanno accompagnata in questo affascinante viaggio che affonda le radici in una storia millenaria ed infine al Gaeta Sporting Club 1970, sempre attento alla valorizzazione di talenti gaetani anche in ambiente extrasportivo e fortemente interessato alla rinascita culturale della Città del mito.

“Il Castello” è edito da Tre Bit ed è acquistabile su Google Books, la sua consultazione è considerabile come un approccio propedeutico alla fortezza angioina che sino al 22 agosto sarà visitabile tutti i giorni con orario 10-13 e 16-20.

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a cura di: Gian Marco Tiralongo
Area Comunicazione GSC1970