Commemorazione dei Caduti per la Patria, giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale e Centenario del Milite Ignoto.
Commemorazione dei Caduti per la Patria, giornata delle Forze Armate e dell’Unità nazionale e Centenario del Milite Ignoto.
Allocuzione del Sindaco Cosmo Mitrano.
Rivolgo un cordiale saluto alle autorità civili, militari e religiose; ai rappresentanti di tutte le associazioni; ai concittadini e a tutti coloro che ci stanno seguendo via streaming mentre celebriamo, insieme, questa Giornata commemorativa.
Un particolare saluto rivolgo agli studenti, convenuti oggi numerosi a rappresentare gli Istituti Comprensivi «Carducci» e «Principe Amedeo» e gli Istituti Superiori «Caboto» e «Fermi». Ringrazio i Dirigenti di ciascun Istituto Scolastico per la sensibilità dimostrata nell’aver consentito la partecipazione di una rappresentanza di propri studenti. In questa giornata intendiamo ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi.
Oltre che rendere omaggio ai caduti di Gaeta delle due guerre mondiali – i cui nomi sono scolpiti in questo monumento – il 4 novembre è la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, in ricordo del 4 novembre 1918, anniversario dell’entrata in vigore dell’armistizio firmato a Villa Giusti (Padova). Ma oggi è anche la giornata in cui ricorre il centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria.
In seguito alla conclusione del primo conflitto mondiale – nel corso del quale avevano perso la vita circa 650mila militari italiani – il Parlamento approvò la legge 11 agosto 1921, n. 1075 per la sepoltura a Roma, sull’Altare della Patria, della Salma di un soldato italiano ignoto, caduto in guerra.
Ciò consentì alla popolazione di identificare una persona cara in quel militare sconosciuto. Quel soldato è simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e rappresenta tutti i caduti per la Patria.
Cari ragazzi, cari studenti, mi rivolgo a voi in particolare per ricordarvi che Patria, sacrificio, unità e identità nazionale e libertà sono le pietre miliari scolpite nella nostra storia, che ancora oggi, 100 anni dopo, rappresentano valori che, ogni tanto, sembriamo dimenticare, ma che in realtà sono sempre attuali. L’omaggio postumo al soldato senza nome, inizialmente concepito come forma di consolazione per chi ne deve sopportare la perdita, diventa però un potente simbolo di coesione sociale e nazionale in un momento storico di grandi rivolgimenti politici e sociali.
Francia e impero britannico inaugurano i loro monumenti l’11 novembre 1920, l’Italia il 4 novembre 1921, gli Stati Uniti una settimana dopo: in un mondo sconvolto dagli effetti della Grande Guerra, richiamarsi al sacrificio «supremo» di chi ha dato la vita per la patria e per la famiglia, assume un chiaro significato di riaffermazione e difesa di quei valori che dobbiamo sempre custodire e difendere.
Il messaggio più sublime che possa venire dalla tomba del Milite Ignoto è proprio questo: un secolo fa ci sono stati giovani capaci di sopportare condizioni estreme, e di esporsi al pericolo fino ad affrontare la morte, pur sapendo che il loro contributo personale era poco più di una goccia in un mare in tempesta.
Il sacrificio, dunque, non come affermazione del proprio ego, ma come consapevole rinuncia ad esso in nome di uno sforzo collettivo e condiviso. È questo che rende l’uomo degno per sempre di memoria, anche se ha perso il suo nome.
La ridefinizione della struttura, dell’organico e dei compiti delle Forze Armate ha comportato dei cambiamenti, nel corso dei passati decenni, con la sospensione della leva obbligatoria generale e la trasformazione dell’esercito in senso professionale.
In questa evoluzione, il termine «servizio alla patria» ha cominciato a significare anche «disponibilità a prestare la propria opera» a scopi civili, sociali, culturali e umanitari. Per Voi ragazze e ragazzi, questi momenti sono preziosi perché è attraverso la memoria che si costruiscono la coscienza e la voglia di un futuro diverso, migliore e soprattutto possibile! È in questi momenti che bisogna guardare all’Europa come segno di speranza, un continente dilaniato dalla guerra fino a 76 anni fa e che oggi è unito in una Pace che è nostro dovere difendere e diffondere.
Cari giovani, voi che avete la forza, l’energia, l’entusiasmo, la speranza e una vita davanti a voi, vincete l’indifferenza! Vi dico di guardare al futuro con uno sguardo di giusta aspettativa e speranza. Non sciupiamo l’insegnamento e il sacrificio di tutti coloro che sono caduti, e continuiamo a insegnare ai nostri ragazzi che anche oggi la pace e la libertà non sono date per scontate e per sempre. Bisogna proteggere la pace e la libertà e fare in modo che esse si consolidino e si alimentino ogni giorno, nelle nostre famiglie, sui luoghi di lavoro, nelle scuole e nei luoghi della politica. Solo così potremo onorare e ringraziare degnamente i caduti di tutte le guerre. D’altronde, i cittadini della nostra patria, i cittadini della nostra nazione sono stati e continueranno ad essere un esempio di solidarietà e umanità, valori su cui è stata costruita l’Europa, il cui obiettivo è anche quello di promuovere la pace e il benessere dei suoi cittadini.
Grazie, dunque, a chi serve l’Italia.
Viva le Forze Armate, Viva l’Italia, Viva Gaeta!
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