ANTONELLA FERRARI INCONTRA IL CENTRO PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI DI GAETA
Antonella Ferrari, attrice di cinema e di teatro, conduttrice, giornalista e scrittrice, autrice del libro “Più forte del destino” e madrina di AISM (associazione italiana sclerosi multipla) da oltre 20 anni, ha accolto l’invito del Centro Adozioni Internazionali di essere madrina del progetto “Gaeta città dei bambini II edizione”.
Antonella Ferrari, nel lungo incontro con l’avv. Alessia Maria Di Biase (referente del Centro Adozioni) inizia così il suo profondo e commovente racconto: la scoperta della malattia; il dolore per una maternità negata due volte, prima biologica e poi adottiva; il lavoro con le sue stampelle colorate; la battaglia per le donne affette da malattie neuro degenerative; i suoi progetti per il futuro.
Il prossimo 7 dicembre, Antonella, riceverà l’Ambrogino d’Oro da parte del Comune di Milano, il prestigioso riconoscimento viene conferito alle più importanti personalità del mondo della cultura, del sociale e non solo.
“Ho sempre desiderato avere figli e ancora di più, quando ho incontro Roby mio marito, il desiderio di diventare madre con lui è diventato ancora più grande. Quindi abbiamo iniziato a parlare con i medici, perché fino a qualche anno fa nella mia condizione era sconsigliato avere una gravidanza. Invece poi le cose sono cambiate e anzi, si ritiene che durante i nove mesi di gravidanza la malattia si interrompa e quindi ho sospeso le terapie. Io e mio marito ci abbiamo provato con tutto noi stessi ma purtroppo questo bambino non è arrivato.
Così abbiamo iniziato a pensare al percorso dell’adozione, tuttavia gli assistenti sociali e le psicologhe con le quali abbiamo parlato all’epoca ci hanno immediatamente fermato, dicendoci che mai ad una donna con una malattia neurodegenerativa come la mia avrebbero affidato un bambino. Presa dall’angoscia mi informai anche tramite altre persone che avevano la mia stessa patologia e anche loro mi confermarono che effettivamente gli fu negata la possibilità di adottare. E allora, per la paura di subire un’ulteriore delusione, seppur con grande dolore, io e mio marito decidemmo di abbandonare l’idea”.
L’attrice abbandona così il suo percorso personale con l’adozione ma non con il tema adozione.
“Da lì iniziò la mia battaglia, ma non per me (perché ormai non avevo più alcuna possibilità) ma per tutte le donne che spesso mi scrivono e mi chiedono aiuto e sostegno perché ritengono di aver subito un’ulteriore discriminazione. Mi chiedo ogni giorno perché, ad una donna con una malattia degenerativa (o tumorale) venga negata la possibilità di adottare?!
Fino ad oggi ho conosciuto solo una donna, malata di sclerosi multipla (anche se in forma lieve)che attraverso un ricorso è riuscita ad ottenere l’adozione di suo figlio, le altre esperienze sono tutte negative. Capisco che la legge tenda a tutelare l’interesse del bambino, però conosco tante donne con forme assai gravi di sclerosi multipla, in carrozzina che sono madri esemplari e hanno cresciuto i loro bambini con amore e dedizione; forse, mi permetto di dire, anche di più rispetto ad altre proprio perché la malattia, il contatto con la disabilità, ti porta a sviluppare una maggiore empatia e sensibilità nei confronti dell’altro”.
E poi, ancora, Antonella Ferrari parla del suo pensiero sull’affido.
“Si, abbiamo pensato all’affido ma io e mio marito non siamo così coraggiosi da accettare l’idea di crescere un bambino che un giorno potrebbe tornare nella sua famiglia biologica. Ritengo che sia una cosa bellissima l’affido, ma per me sarebbe emotivamente troppo forte da affrontare, soprattutto a seguito delle delusioni passate.”
Oltre ad essere un’attrice molto bella e capace Antonella non nasconde di essere famosa anche per le sue stampelle e racconta di un progetto speciale per i bambini.
“Tutto nasce vent’anni fa, quando io sono nata nel cast della fiction – Cento vetrine – . Sono arrivata sul set con queste mie stampelle tutte colorate, con grande sorpresa del regista, il quale mi chiese se davvero volessi recitare con quel tipo di stampella così visibile. Io gli dissi – assolutamente si – e da quel momento le mie stampelle sono quasi diventate più famose di me e i bambini incontrandomi per strada le chiamavano le stampelle di Barbie, nel senso che le vedevano così colorate e decorate che gli sembrava un gioco. Un giorno, un bambino malato, guardandomi in tv disse alla madre: “ma lei è Antonella la fatina della stampella?” da lì venne questo sogno di creare una linea di stampelle per i bambini e allora parlai con un amico fumettista della Disney chiedendogli di inventare un fumetto con questa fatina della stampella. E il mio sogno sarebbe quello di creare queste stampelle colorate per bambini affinché possano vedere la stampella più come un gioco che come un limite alla loro autonomia. Per rendere colorato il mondo della disabilità e arrivare un giorno alla conclusione che la disabilità può essere normalità”.
Un passato da assessore alla pubblica istruzione e alla cultura
“In passato sono stata assessore alla pubblica istruzione e alla cultura del mio Comune e anch’io mi sono sempre adoperata molto per realizzare iniziative e progetti dedicati ai diritti dell’infanzia. E’ stata un’esperienza meravigliosa ma che non penso ripeterei: primo, perché ti assorbe tantissimo tempo e con il mio lavoro (fatto di viaggi, spostamenti, orari di lavoro pesanti) non riesco a coordinarmi e secondo perché, nonostante la ricchezza emotiva che mi ha lascito da un lato, dall’altro inizialmente mi ha anche un po’ ferita il fatto di occuparmi delle famiglie e di coppie che in effetti avevano realizzato il sogno che a me e a mio marito era stato invece negato. Vedendo loro pensavo alla mia non maternità e ne soffrivo molto, poi, è come se li avessi un po’ adottati tutti e mi preoccupavo molto per loro, soprattutto dei bambini con disabilità, anche oltre i limiti del mio mandato e di quello che doveva essere il mio lavoro.
Progetti per il futuro
“Prossimamente uscirà il mio secondo libro, un testo autobiografico che parla proprio della mia esperienza di non maternità, affrontando tutto il percorso, anche medico, che tra l’altro mi ha fatto perdere anche un sacco di tempo, come se questo bambino non dovesse proprio arrivare; fino all’ostacolo più grande che è stato poi quello della mancata adozione. Questa è la mia seconda opera, il mio primo libro – Più forte del destino – in cui racconto la mia vita, la scoperta della sclerosi multipla e il faticoso percorso della disabilità è andato talmente bene che è diventato anche uno spettacolo teatrale che ha girato l’Italia in lungo e in largo per sei anni. E poi un ulteriore progetto, è una collaborazione con il programma “Anche no” che andrà in onda su Rai Tre che parla proprio della disabilità in cui io sarò un’inviata “molto” speciale“.
L’attrice Antonella Ferrari ha salutato il Centro Adozioni Internazionali con la promessa di venire a Gaeta a presentare il suo prossimo libro, promessa assolutamente accolta di buon grado. Si ringrazia ancora una volta Antonella Ferrari per la disponibilità a patrocinare il progetto “Gaeta città dei bambini II edizione”, il suo contributo, la sua esperienza e il suo racconto sono stati preziosi alleati di questa campagna che prosegue ogni giorno per affermare i diritti di ogni bambino.
(Credit foto di tutta la campagna Nicola Allegri)
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