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Antonio Di Tucci racconta il rapporto privilegiato tra Gaeta e il Cinema

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Tra le sue varie peculiarità, Gaeta ha meritato di annoverare un posto di rilievo anche nel Cinema. Lo ha detto, scritto e documentato nel suo libro “Gaeta è Cinema”, l’ing. Antonio Di Tucci, di recente intervenuto all’incontro organizzato presso il Castello Angioino, dall’Università degli Studi di Cassino, il Comune di Gaeta e l’associazione “I Tesori dell’Arte”.

Dopo anni di ricerche, Di Tucci ha pubblicato il suo bel volume (deComporre Edizioni) che presenta proprio i luoghi, le storie, i registi, gli attori di 74 film girati a Gaeta, riportandone altresì le locandine.

“Non sono uno scrittore ma solo un raccoglitore di dati – ha detto l’ing. Di Tucci – consapevole che la ricerca non è ancora conclusa basti pensare che, a lavoro terminato, io stesso ho già trovato altri 5 film nei quali spiccano immagini di Gaeta”.

Partendo dalla domanda “Perchè Gaeta è così presente nei film?”, Di Tucci si è dato delle risposte ed ha avanzato delle ipotesi.

A comunciare ovvviamente dalla bellezza di angoli caratteristici e panoramici fino alla presenza di spiagge, chiese, monumenti, grotte, lungomare, due centri storici che ben si prestano alle riprese di svariati filoni di interesse filmico. Ma non va sottovalutata la presenza delle Forze Armate per pellicole sugli intrighi internazionali, strutture che ancora portano intatti i segni di un interessante passato per ambientazioni fedeli alle atmosfere più suggestive e varie. E un esempio è proprio il Castello che domina la città con le sue torri e che i registi hanno utilizzato sia come carcere che come reggia. Per quello che nei secoli è stato davvero, insomma, sia nella sua parte aragonese che angioina.

Di Tucci ha poi raccontato aneddoti legati ai “capricci degli attori”, incidenti ed episodi tragici, soffermandosi anche sugli aspetti pratici che l’essere situata tra Roma e Napoli ha portato le produzioni a scegliere Gaeta come luogo ideale per girare, senza dimenticare le tariffe ridotte per le riprese garantite negli ultimi dieci anni.

La presenza nella nostra città dell’avvocato Giovanna Cau ha certamente favorito l’interesse per questi posti incantevoli e soprattutto il Castello ha attratto registi, scenografi, sceneggiatori, stimolando la fantasia per ricostruzioni di rocambolesche evasioni, spettacolari tuffi dalle falesie, rivisitazioni della storica Caduta del Regno di Napoli del 13 febbraio 1861… E poi la prigionia di Giuseppe Mazzini, di Kappler e Reder, degli obiettori di coscienza… Anche “Segreti di Stato” di Paolo Benvenuti (2003), nonostante ricostruisse fatti riguardanti la strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947) alle porte del paese di Piana degli Albanesi, nei pressi di Palermo, ha utilizzato celle, corridoi, parlatori del Castello come fedele ricostruzione delle carceri italiane dell’epoca.

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a cura di: S.C.