Blu, il Clima della Cultura: un progetto ambizioso alla scoperta dell’ambiente che ci circonda come un “unicum” nell’atlante del Mediterraneo
Gaeta, 1° ottobre 2023 – Sedici pretendenti al titolo, che diventeranno dieci entro il prossimo 15 dicembre. Gaeta c’è e ci crede, forte dell’ambizioso progetto presentato all’interno del dossier di candidatura, dal titolo “Blu, il Clima della Cultura”, con cui concorrerà insieme ad Agnone, Alba, Bernalda, Cosenza, L’Aquila, Latina, Lucca, Lucera, Maratea, Marcellinara, Rimini, Treviso e alle Unioni di Comuni “Terre dell’Olio e del Sagrantino” (Perugia), “Valdichiana Senese” (Siena) e Valtiberina Toscana (Arezzo), per diventare la Capitale Italiana della Cultura 2026.
Ma cos’è il clima della cultura? O meglio, com’è il clima della cultura? «Città dell’Arte, del Mito e del Mare – ha spiegato il Sindaco Cristian Leccese -, Gaeta rappresenta un territorio straordinario, in cui il clima, la natura e l’immenso patrimonio di storia, cultura e tradizioni riescono ad influire positivamente sulle persone che lo vivono. Questa caratteristica, percepita immediatamente da turisti e visitatori, rende l’intero territorio unico e inimitabile, capace di sviluppare una crescita intellettuale, spirituale e, dunque, culturale di chiunque lo frequenti. Ma oltre che toccare con mano questa straordinaria potenzialità, è la storia che descrive appieno questo fattore. Una storia mitologica, ricca di testimonianze di uomini e donne che, ispirati da questa forza del tutto naturale, hanno definito i contorni della civiltà moderna. Condottieri, statisti, re e regine, santi, esploratori, avventurieri, artisti, scienziati e studiosi, quasi tre millenni di storie, miti e leggende hanno riconosciuto l’ambiente che ci circonda come “un unicum” nell’atlante del Mediterraneo. Il Clima della Cultura diventa dunque un viaggio alla scoperta di queste grandi potenzialità del territorio dei miti, che il progetto culturale si propone di enfatizzare, analizzare, studiare e, infine, definire. Gaeta, in estrema sintesi, intende dimostrare come il proprio territorio rappresenti il clima perfetto per la diffusione della cultura. Un clima che può essere replicato e codificato se giustamente analizzato, approfondito e studiato. Per dare un nome al nostro “Clima” non abbiamo trovato altro riferimento che il Blu. Si potrebbero dare mille significati al Blu. Innanzitutto, il suo ovvio riferimento al mare e alla profondità del cielo e dello spazio. Ma Blu è anche uno dei colori primari. Nella scala cromatica si trova al crocevia tra il ciano e il violetto e, benché nella storia sia stato di volta in volta associato a diversi significati, il suo effetto primario risiede nel favorire il rilassamento e l’equilibrio interiore. Ecco perché “Blu” è il nome migliore da dare al nostro clima, il Clima della Cultura! Blu è anche un concetto che oggi si è molto affermato in tema di sostenibilità, soprattutto nella materia delle economie del mare. Mare che, nel citare le parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni al primo forum “Risorsa Mare” di Trieste, «è molte cose: è identità, è cultura, è lavoro, è ricchezza. È la linea Blu che disegna la fisionomia dell’Italia, rendendola unica».
Obiettivo focale del progetto culturale è quello di riscoprire l’ambiente che ci circonda e di rappresentare come esso riesce a influire sull’intelletto, sulla spiritualità, sull’emotività delle persone, promuovendo così uno sviluppo sostenibile e consapevole della cultura. Una cultura che guarda alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale, e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società. Essere consapevoli di questa forza insita nel territorio, di questo “Clima Blu” che ispira e guida l’animo diventando esso stesso un “acceleratore” naturale della crescita e diffusione della cultura in genere. Tante sfumature di Blu, ognuna con una propria anima, proprio come nell’opera del pittore Ruggiero Di Lollo “Trasparenza blu”, che è stata scelta come immagine artistica del logo. «Durante la redazione del dossier – prosegue il Primo Cittadino -, spesso ci siamo posti questo interrogativo: è possibile che la cultura e la sua diffusione dipendano solo da fattori generati dall’iniziativa dell’uomo? Oppure, al contrario, è possibile che esistano delle condizioni “ambientali” del tutto indipendenti dall’attività dell’uomo e più favorevoli – un clima per l’appunto – in cui l’individuo viene naturalmente proiettato e spinto verso la conoscenza, la bellezza e la spiritualità? Le risposte a queste domande vengono dalle testimonianze della nostra storia, ma anche dalle percezioni dei nostri visitatori che, appena arrivati a Gaeta, da subito, avvertono questo particolare e straordinario “clima”. Un clima certamente di benessere personale, ma che riesce immediatamente a connettere lo spirito con l’ambiente e il territorio, e con tutto ciò che lo caratterizza. Un senso di serenità interiore che apre l’individuo al pensiero, alla saggezza, alla spiritualità, a quel grande patrimonio di cognizioni ed esperienze che si traduce in ciò che chiamiamo comunemente cultura. È su queste considerazioni che prende forma il nostro progetto, che si caratterizza per due distinte finalità: la prima, di promozione e diffusione della cultura, facendo leva sullo straordinario Clima Blu che abbiamo sopra descritto; la seconda, di studio e ricerca: analizzare e codificare quali fattori e condizioni hanno permesso – e permettono – all’ambiente circostante di influire positivamente sull’uomo».
Il logo sulla scritta Gaeta in copertina è opera dell’artista Ruggiero Di Lollo “Trasparenza blu”.
La foto di copertina è di Luigi Piccinelli.
Grafica a cura di Ilaria Meschino.