Convegno “Attività Outdoor e i rischi emergenti”
Presso la Sala congressi del Castello Angioino di Gaeta si svolgerà, sabato 4 marzo 2023 dalle ore 9:00, il Convegno “Attività Outdoor e i rischi emergenti”, con il patrocinio della Delega per la Diffusione della Cultura e della Conoscenza – SCIRE.
Nella prima parte della giornata verranno condivise le osservazioni che hanno caratterizzato il percorso di ricerca sui rischi emergenti nelle attività outdoor, svolto dall’INAIL in condivisione con la Seconda Università di Roma ‘Tor Vergata’ e l’Università di Cassino. Proprio in quanto privi di precomprensioni, i tecnici dell’INAIL e i ricercatori delle Università hanno osservato il fenomeno delle ‘attività turistico-sportive praticate in ambienti naturali speciali’ – ossia caratterizzati dalla di pericoli la cui eliminazione snaturerebbe gli ambienti stessi – e cercato di porre in evidenza criticità e di ipotizzare strategie per ridurle.
Dal percorso è emersa la necessità di una terminologia condivisa: infatti, se da un lato termini come ‘sicurezza’, ‘pericoli’, ‘gestione dei rischi’… sono specifici del settore degli analisti del rischio, dall’altro sono divenuti parte del lessico di quanti praticano attività outdoor in ambienti naturali con significati non sempre e non per tutti fedeli agli originali.
In considerazione poi del numero sempre crescente di frequentatori, appare urgente definire strategie di formazione e informazione che consentano a quanti praticano attività turistico-sportive di muoversi negli ambienti naturali con piena consapevolezza e adeguata capacità di gestione dei rischi ai quali si troveranno esposti.
I tecnici e i ricercatori dell’INAIL e delle Università hanno quindi ipotizzato strategie informative e formative, e avviato l’implementazione di un sistema-contenitore – un portale web – che raccolga contenuti: descrizioni degli ambienti naturali, terminologia e metodo utili a valutare pericoli, situazioni di pericolo, eventi pericolosi, rischi; dove possano essere caricati filmati e immagini che descrivano situazioni di pericolo e comportamenti corretti da agire; con sezioni dedicate all’autovalutazione della propria capacità di lettura dei pericoli che caratterizzano un determinato ambiente, e delle proprie abilità fisiche.
Il convegno vuole anche e soprattutto essere un’occasione d’incontro e di confronto per quanti, competenti a vario titolo del settore outdoor, a fronte del significativo numero di interventi di soccorso operati negli ultimi anni, si stanno interrogando sulle cause del fenomeno e sulle strategie più efficaci per contenerlo.
Nella seconda parte della giornata verranno esplorati i risultati conseguiti nel triennio 2019-2021 nell’ambito della ricerca INAIL sul lavoro iperbarico. L’attuale progetto di ricerca nasce con il PNR 2016-2018 e continua con il successivo PNR 2019-2021. Tale progetto si protende nel futuro con il PNR 2022- 2024 attualmente in vigore.
Il progetto si è trasformato, ovviamente, sulla base delle evidenze raccolte in ciascun progetto triennale. La sua trasformazione ha portato ad una conseguente modifica delle richieste formulate alla ricerca esterna all’INAIL, in modo da venire incontro alle mutate domande.
Sono stati esplorate, nel tempo, da parte della rete interna/esterna diverse risposte potenziali dell’organismo ad agenti fisici iperbarici quali: stress ossidativo, stato immunologico, stato infiammatorio, dispendio metabolico, fattori biochimici valutati con spettroscopia RMN, ormoni e metaboliti del grasso bruno, etc.
Per questo scopo si è sviluppata ad hoc una rete di ricerca che comprende vari dipartimenti universitari oltre all’INAIL ed ai suoi laboratori interni. I tre Laboratori coinvolti del DIMEILA dell’INAIL sono Agenti fisici, Agenti chimici ed Agenti biologici.
Oltre queste risorse interne si sono, nel tempo, aggregate e reclutate risorse esterne di due università, Sapienza e Tor Vergata, che hanno fatto capo al Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer” della Sapienza di Roma. A queste Università si è aggiunto, per il triennio 2016-2018, anche l’ENEA, che però ha poi preferito astenersi.
Le rilevazioni sul campo sono state condotte in diverse località e condizioni espositive, per cercare di capire l’influenza relativa dei diversi fattori dello stress decompressivo.
Si sono condotte immersioni sperimentali in acque poco profonde a Bolsena (2 sessioni) ed in piscina termale profonda a Montegrotto (2 sessioni). I risultati, come ci si aspettava, sono stati sensibili alle condizioni ambientali di temperatura e attività fisica in immersione.
Il confronto tra le diverse risultanze consentirà di associare indicatori biochimici e fattori espositivi secondo un modello matematico che è tuttora in fase preliminare di progettazione.
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