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“Di barca nella corrente”, nei versi di Luca Agostini la “meraviglia del vivere”. Sabato a Formia la presentazione

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Sabato 26 febbraio, alle 18.30, presso il Salotto Culturale Koiné di Formia, Luca Agostini presenterà “Di barca nella corrente”, il suo primo libro di poesie edito da deComporre. Nato a Sora e vissuto tanti anni a Gaeta, oggi Luca risiede a Fondi con la moglie e i due figli. Conosciuto come musicista, così ci racconta il suo amore per la Scrittura:

“Fin da ragazzino – spiega – ho amato leggere e scrivere. Nella mia numerosa famiglia aleggiava l’amore per l’Arte. Un fratello dipingeva, le mie sorelle scrivevano i loro pensieri, un altro fratello, laureato in filosofia, mi insegnava il bello del vivere ragionando, riuscendo a capire quello che la vita ci offre, interiormente e anche esteriormente. Imparavo così che tutto ciò che ci circonda è un fluire: guardavo fuori e poi rielaboravo, setacciando ciò che sentivo buono per me e dando spazio alla mia immaginazione. Mi è sempre piaciuto scrivere in versi perché mi aiutava e mi aiuta ancora oggi a dare parole a ciò che non so esprimere a voce. Certo, da ragazzino, non avevo interesse a far conoscere agli altri i miei versi, forse me ne vergognavo perfino. Poi, nel tempo, è cresciuta invece la voglia di condividerli e ho preso coraggio, sottoponendo i miei scritti agli altri. Anche agli sconosciuti, a quanti magari in apparenza sembrano distratti e non interessati. Certo, nei tempi della scuola, non amavo la Poesia. Anzi era quasi un odio-amore. Mi piacevano Dante, Pirandello, Leopardi, ma li odiavo perché mettersi a studiare le loro opere non era sempre semplice. Preferivo scrivere io in versi… Poi ho incontrato Neruda e la mia ispirazione è aumentata. Il film “Il Postino”, di Troisi, me lo ha fatto amare ancor più e Neruda è diventato un vero e proprio “maestro”. Leggo, assaporo, elaboro. Se ho pubblicato il mio primo libro solo oggi (anche se era stato da sempre il mio sogno) è proprio per quel timore che avevo di esternare agli altri i miei pensieri poetici. Adesso, a 55 anni compiuti, è arrivato il momento giusto! La maturità… ma anche la fermezza di realizzare un desiderio grande, avere un libro che mi rappresentasse, che mi facesse conoscere. E non per puro narcisismo ma per desiderio di condivisione, amicizia, corrispondenza di intenti. Scrivere è proprio un’esigenza, un modo per trasmettere qualcosa e accorgermi con stupore e gratitudine che chi legge riesce a ritrovarsi, a fare proprie certe sensazioni, i sentimenti. Far arrivare al cuore degli altri tutto questo mi aiuta. Fare poesia è questo. Sono un padre, un marito innamorato, un appassionato di musica… la raccolta è come la ciliegina sulla torta”.

Cosa ispira, dunque, il nostro musicista/poeta? “Mi ispirano la vita e le sue vicissitudini – risponde Luca Agostini – far capire agli altri quanto è bello l’amore, l’essere innamorati della vita, dei propri respiri. Svegliarsi al mattino col desiderio di arrivare a sera nella maniera più dolce, serena, senza farsi contaminare troppo dai problemi. Non ho fatto studi letterari, sono stati tecnici ed elettronici, ma credo che si possa diventare poeti anche facendo lavori estremamente umili. Amore, Amicizia, Bellezza…Vita: da qui nascono i versi. E’ un bisogno come mangiare, bere… devo imprigionarli sulla carta altrimenti dimenticherei i pensieri che mi frullano in testa. Dall’ispirazione alla carta: mi considero un “mezzo” per esternare quello che l’ispirazione detta…E che dimenticherei…e sarebbe un peccato! Una volta che scrivo, infatti, dimentico e nel rileggermi dopo giorni mi sorprendo io stesso! Scrivo di pancia, di getto, senza artifici. A schema libero…niente temi imposti, solo libertà, mai costruzioni. Sono uno spirito libero. E se scrivo è per libertà, necessità. Raramente ci metto più giorni per fermare sul foglio il mio sentire. Il prodotto della mia mente e del cuore, la fusione di ciò che sento con quanto riesco a esternare”.

Sabato, a Formia, a dialogare con Agostini ci sarà l’editrice Sandra Cervone e ci saranno gli amici musicisti Dario Calderone e Steve Miller. E poi il poeta Max Condreas che leggerà i versi tratti da “Di barca nella corrente”, libro di deComporre Edizioni.

Un titolo molto evocativo che Luca ci spiega così:

“In realtà “Di barca nella corrente” era inizialmente solo il titolo di una singola poesia che parla del mare; poi ho scelto di intitolare così tutta la raccolta perché questa barca mi rappresenta bene. La corrente è la forza invisibile che la fa spostare sul mare. E il mare è la meraviglia del Creato. Per me, che lo amo, è fonte d’ispirazione continua. La corrente della poesia, in sostanza, spinge la mia barca nel mare infinito. I raggi del sole non arrivano agli abissi ma la corrente/poesia permette proprio di raggiungere l’irraggiungibile! Spero – conclude Luca Agostini – che questa corrente mi trasporti sempre nel mio io e nella gratitudine della vita. Ecco, io ci sono e voglio lasciarmi trasportare dalla corrente della Poesia”.

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a cura di: M.P.