Giubileo degli ammalati, il valore del dono e della solidarietà

Medici e pazienti del Policlinico Gemelli hanno partecipano sabato all’evento promosso dal Ministero della Salute per il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità dedicato alla donazione del sangue e degli organi.
In occasione del Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità, si è tenuto nel pomeriggio di sabato 5 aprile in piazza di Spagna, a Roma, l’evento “Il valore del dono e della solidarietà”, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con il Centro nazionale sangue, il Centro nazionale trapianti, l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, la Croce rossa e le associazioni per la donazione del sangue Avis, Fidas, Donatori nati e Fratres.
Dopo l’esibizione della banda musicale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, gli interventi di Mons. Rino Fisichella, Pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, hanno aperto l’evento che il Ministero ha voluto dedicare alla donazione del sangue e degli organi, all’insegna della valorizzazione della cultura del dono e della solidarietà verso il prossimo. Hanno partecipato all’evento il Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, e in rappresentanza della Regione Lazio, l’assessore all’Inclusione sociale e servizi alla persona, Massimiliano Maselli.
“Sono grato al Ministro Schillaci per la partecipazione e per il supporto all’evento giubilare che intende mettere al centro grandi temi legati al mondo della sanità. Il pensiero corre in primo luogo ai malati, a quanti sono negli ospedali, cliniche, case di cura perché possono vivere il grande dono del Giubileo anche attraverso la sofferenza. Insieme a loro la gratitudine ai medici, infermieri, a tutto il personale per l’impegno tante volte faticoso che caratterizza la loro professionalità”, ha dichiarato S.E. Mons. Rino Fisichella, Pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato dell’organizzazione del Giubileo 2025.
“Ringrazio Monsignor Fisichella per le sue parole e per la sua preziosa presenza – ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci – Il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità ci ricorda il valore inestimabile della cura, non solo come trattamento della malattia, ma come ‘relazione’ tra chi presta le cure e chi le riceve. La solidarietà è un valore che può esprimersi in tante forme. Tra queste la donazione del sangue e degli organi è una delle sue espressioni più nobili. Perché non c’è dono più grande di quello che salva una vita. Oggi, quindi, voglio dire grazie a tutti i donatori per il loro esemplare altruismo e a tutti gli operatori sanitari e sociosanitari che ogni giorno si prendono cura di noi con professionalità e dedizione”.
Dopo gli interventi istituzionali, professionisti sanitari, pazienti e donatori hanno condiviso le proprie storie di cura dei pazienti, di donazione e di guarigione grazie al gesto solidale di ha dato una parte di sé per la salute del prossimo. Tra loro i medici del Policlinico Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolica Francesco Franceschi, Direttore UOC Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, Ordinario di Medicina interna, il professor Antonio Grieco, già Direttore UOC Medicina Interna e del Trapianto di Fegato e la dottoressa Rosaria Calia, psicologa UO Servizio Psicologia Clinica Area Trapianti. Hanno raccontato la loro storia di malattia due pazienti del Policlinico Gemelli, Catia Casagrande e Chiara Daconto, una signora e una giovane donna con trapianto di rene e di fegato.
Il professor Francesco Franceschi ha raccontato l’esperienza del lavoro in pronto soccorso e di quanto sia importante la donazione di sangue nelle terapie “salvavita”.
Accompagnate dal medico che le ha seguite, il professor Antonio Grieco, all’epoca direttore dell’Unità trapianti del Policlinico Gemelli, Catia Casagrande e Chiara Daconto hanno portato la propria testimonianza sull’importanza della donazione degli organi grazie alla quale sono tornate a una vita piena. Catia, dopo due trapianti di rene, grazie alla generosità della madre e del fratello, è tornata a condurre la sua vita ed è appena diventata mamma; Chiara, 26 anni, sottoposta al trapianto di fegato, ha ripreso a vivere come le sue coetanee e si è laureata da poco in Medicina.