IL “FRANCO RIPA QUARTET” E IL GIROTONDO CONTRO LA GUERRA
Fanno musica da tempo e, attraverso i brani, ancor prima che scoppiasse l’inferno in Ucraina, dicevano chiaramente NO alla guerra, esaltando i valori della fratellanza, della reciprocità, dell’accoglienza. Parliamo del “Franco Ripa Quartet” e del CD registrato nei mesi di dicembre 2016 e Gennaio 2017, diventato di grande attualità. Brani originali composti da Franco Ripa (voce e chitarra) e arricchiti dall’intera band formata da Antonio Masiello (chitarra), Giovanni Mautone De Caprio (basso elettrico) e Massimo Palazzo (batteria).
“Basta con le armi – cantano in un pezzo orecchiabile e profondo – teniamoci per mano per fare un girotondo; e se saremo in tanti possiamo circondare il mondo”. Quello stesso pianeta che “eravamo certi di poter cambiare” con la nostra stessa voglia di pace, amore e libertà… e se anche così non è stato, non è mai troppo tardi per riprovarci!
Non c’è solitudine che tenga, insomma, non c’è dolore che possa offuscare del tutto il personale orizzonte: mettersi insieme a suonare significa già non avere più paura e guardare avanti, ritrovando quell’aria che manca, quella persona che ha voltato le spalle, quel sogno volato chissà dove…
La Musica si fa compagna di strada, vita, possibilità. Da condividere all’interno e all’esterno del Gruppo affiatatissimo nato e cresciuto attorno a Franco e rispettato da addetti ai lavori e da quanti accorrono per applaudire nei vari locali dove si sono esibiti e di cui restano tracce nei video, nei commenti, nei like e nelle parole di apprezzamento di “colleghi” appassionati di blues, jazz, ritmi e testi forti che arrivano diretti al cuore.
Special guest del cd che abbiamo ascoltato in questi giorni è Enzo Di Giuseppe alle tastiere.
Ha ragione il percussionista Luca Agostini, amico comune, quando dice che il Cd è stato un “dono meraviglioso” perché anch’io l’ho apprezzato molto per le emozioni grandi “in bossa e blues ” che racchiude grazie anche ai testi poetici “scritti con maestria”.
Da poetessa, più che da giornalista, insomma, non potevo non restare colpita anch’io dalle tematiche scelte da Franco Ripa per le canzoni che, per lo più, spaziano tra le problematiche dei nostri tempi, andando dalle criticità legate all’immigrazione, alla condanno di ogni forma di violenza, negazione di diritti, emarginazione. Salvando la nostalgia e il ricordo, gli affetti e l’amicizia come occasioni di “resistenza”, verità e benessere costi quel che costi…
Già il poeta e compositore Gianni L’Imperio, altro amico comune, nel febbraio 2018 scriveva su Facebook che “le atmosfere Latin che s’intrecciano con una certa matrice folk- blues indissolubile, insieme ad una percettibile ritmica fusion-jazz, donano al disco un’impronta originale che, a dirla da anni ‘80, è da autoreverse. Gli arabesque della voce calda di Franco emergono quando serve, senza forzature, creando una sinusoide armonica calda e rilassante”.
Insomma “ascoltare è volare con la fantasia” … perché niente è mai banale o poco profondo.
Bravi!
Visualizzazioni: 700a cura di: Sandra Cervone