La Goletta Oloferne (Museo Navigante), come da programma annunciato, è arrivata a Gaeta
Gaeta 27 Febbraio 2018. La goletta Oloferne è arrivata a Gaeta ed è ormeggiata al porticciolo santa Maria (Gaeta Medioevale)
L’Assonautica ha concesso il patrocinio ed il supporto all’iniziativa del Museo Navigante www.museonavigante.it ideato dall’Associazione la Nave di Carta di La Spezia, insieme ad altre Istituzioni ed Associazioni, per la creazione della Rete dei Musei del Mare della Marineria d’Italia.
La promozione di tale rete è affidata, appunto alla Goletta Oloferne, salpata lo scorso 8 gennaio, che seguirà una rotta di 25 tappe in cui verranno raccontati i luoghi della cultura marinara italiana; il viaggio avrà termine alla Fiera internazionale del Mare in programma a Sète in Francia dal 27 marzo al 2 aprile p.v.
Tra le tappe di cui sopra, definita con il Mibact per la presenza del Museo del Mare della Guardia di Finanza, già censito dal Museo Navigante, ci sarà anche Gaeta, prevista dal 27 febbraio al 1 marzo p.v..
ALCUNI CENNI SULLA GOLETTA OLOFERNE
La goletta Oloferne è una barca da lavoro costruita a Messina nel 1944 dal maestro d’ascia Nicola Russo, nativo di Castellamare di Stabia (Na), si era trasferito in Sicilia con moglie e cinque figli all’inizio degli anni Venti. (nella foto Nicola Russo)
Nel cantiere Russo vengono costruite tre imbarcazioni destinate al trasporto di merci e persone. Una delle tre imbarcazioni era la goletta che oggi si chiama Oloferne e che all’epoca venne, probabilmente, battezzata Giovanni Primo. Alla costruzione lavora come apprendista anche il giovane nipote Gennaro, che negli anni manderà avanti il cantiere di famiglia e diventerà a sua volta maestro d’ascia.(Qui sotto in una foto degli anni Cinquanta nel cantiere di famiglia).
Dalla metà degli anni Quaranta fino agli inizi dei Sessanta la barca fa la spola tra la Sicilia e le isole minori, Ustica, le Eolie, trasportando merci e persone. Negli anni Sessanta passa a un professionista parlermitano che la trasforma in barca da diporto. Viene rifattoil piano velico, ampliata la sezione di deriva. Alla fine degli anni Sessanta un comandante spezzino la rileva e la porta nel golfo dei Poeti e la utilizza per attività varie: brevi crociere turistiche lungo costa, abitazione galleggiante e persino location cinematografica. Negli anni Settanta diventa infatti per qualche giorno il set de Il conte di Montecristo, film di David Greene con un cast di primordine, Tony Curtis, Richard Chamberlain e Taryn Power.
La bella goletta attira l’attenzione di Albino Buticchi, imprenditore del petrolio e per tre anni presidente del Milan, che l’acquista per utilizzarla come barca da crociera. Albino Buticchi è il padre del famosco scrittore Marco Buticchi, autore di bei romanzi di avventura e di mare. La barca passa ancora di mano da un privato all’altro. viene restaurata in Sardegna e poi lasciata in disarmo nel porto di Genova fino a quando alla fine degli anni Ottanta viene acquistata da un’associazione sportiva di Como che la utilizza per corsi di vela tradizionale. Nel 1995/96 viene utilizzata dal WWF per il monitoraggio dell’ambiente marino e delle coste italiane.
Alla fine degli Novanta il Museo della Scienza e della tecnologia di Milano la individua come possibile barca-scuola nell’ambito del progetto di sviluppo del padiglione del mare e ne affida la gestione alla Nave di Carta, associazione costituita nel 1998 da un gruppo di appassionati di marineria tradizionale che promuovono progetti di diffusione della cultura del mare e della navigazione come strumento educativo e di inclusione sociale. Il progetto del Museo milanese segna una battuta d’arresto e viene ridimensionato ma ormai la goletta è diventata il simbolo della Nave di Carta. I soci decidono di continuare le attività direttamente destinandola alle attività educative e di vela solidale e nel 2001 la barca diventa ufficialmente l’ammiraglia della Nave di Carta.
Per la vecchia signora del mare è l’inizio di una nuova vita: dal 1998 a oggi sono oltre seimila le persone che hanno navigato su Oloferne. Ragazzi, diversamente abili, carcerati, minori affidati alla Giustizia, malati psichici, tossicodipendenti, o semplicemente persone che per la prima volta si sono avvicinate al mare.
Nel 2006, nella Base Navale della Marina Militare della Spezia viene sottoposta a un radicale restauro sotto la guida del maestro d’ascia Aurelio Martuscelli.
Ci lavorano decine di volontari, i materiali vengono reperiti attraverso una grande colletta alla quale aderiscono aziende (Rao e Sartelli, Moroni, Sika, Contship, Battagli Nautica) che affiancano l’associazione nel complesso lavoro di salvataggio di un’imbarcazione che rappresenta un prezioso reperto della tradizione marinara italiana.
Oggi la barca è attrezzata a barca-scuola: un ampio quadrato per le lezioni, una camerata aperta con 10 posti letto per gli allievi. Lunga 23 metri ft, larga 4, 50 metri con opera viva a fasciame tradizionale in quercia,opera morta in quercia e teak, ponte in teak. Dislocamento: 40 tonnellate. Velatura: 2 rande auriche, trinchetta e fiocco per circa 200 mq.
AIG Agenzia Informazione Gaeta
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