La “Principe Amedeo” grida il proprio NO alla guerra
“La scuola italiana è fondata sulla nostra Costituzione e alla base della nostra Costituzione c’è la pace, che è un valore irrinunciabile. Le nostre scuole da sempre mettono al centro del percorso educativo questi temi e, responsabilmente, educano le nostre ragazze e i nostri ragazzi a una cittadinanza consapevole e al rifiuto della guerra. Sia la Pace il tema della nostra riflessione comune e del nostro ‘essere scuola’ insieme”.
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi
Il 24 Febbraio, la colonna sonora della nostra vita è stata interrotta da un avvenimento tanto drammatico quanto imprevisto: l’invasione della Russia in Ucraina.
Sugli schermi delle televisioni hanno cominciato a circolare le immagini di una guerra che in un’epoca globalizzata come la nostra ha assunto delle caratteristiche inevitabilmente intermediali.
Le forme attraverso cui si diffondono gli immaginari di guerra in era digitale sono particolarmente insidiose per i bambini che pur non capendo appieno la reale complessità e drammaticità degli avvenimenti possono essere turbati dalla violenza e dalla crudezza delle scene riportate dai media.
Di fronte ai gravi avvenimenti il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha invitato le scuole di ogni ordine e grado a riflettere sull’ art 11 della Costituzione italiana : “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
D’altronde compito della scuola non è solo “fornire conoscenze e abilità, ma permettere di costruire competenze che diano forma a valori, norme, atteggiamenti e disposizioni sociali e culturali”.
I vari plessi dell’Istituto Comprensivo “Principe Amedeo” hanno organizzato molteplici attività didattiche volte alla sensibilizzazione degli studenti verso un argomento così delicato ed importante qual è quello dell’educazione alla pace.
Gli alunni si sono dedicati alla realizzazione di cartelloni, striscioni ed elaborati inneggianti al tema della pace declinato in ogni sua sfaccettatura: sia per quanto riguarda gli scenari di guerra odierni, sia sotto il profilo delle relazioni umane e dei rapporti conflittuali nella vita quotidiana.
Tutti gli allievi sono stati impegnati nell’ascolto di letture e nel completamento e coloritura di schede preposte, coinvolti in momenti di riflessione e di dibattito in modo da avviare una corretta e diffusa cultura della convivenza civile e pacifica fra i popoli.
In particolar modo gli studenti delle classi quarte e quinte della scuola primaria, coadiuvati dai docenti hanno letto e commentato l’art. 11 della nostra Costituzione soffermandosi sulla scelta dei redattori di utilizzare il termine “ripudia” anziché “rinuncia” proprio per sottolineare la condanna morale del popolo italiano verso gli orrori causati dalla guerra e il rifiuto di qualsiasi ideologia che possa giustificare l’utilizzo della violenza bellica per risolvere i contrasti fra i popoli.
Gli alunni hanno realizzato bandiere di stoffa e di cartoncino: un telo raffigurante il logo della pace ( un cerchio rappresentante la Terra con tre linee di sovrapposizione delle lettere N e D acronimo di “Nuclear Disarmament “) è stato esposto fuori gli istituti scolastici in segno perpetuo di ripudio della guerra.
Anche i bambini della scuola dell’infanzia sono stati sensibilizzati (in modi e termini adeguati alla loro tenera età) dalle insegnanti alle tematiche della “non violenza” attraverso semplici disegni simboleggianti i valori del rispetto reciproco e dell’amicizia.
Tutti i lavori svolti hanno rispecchiato la volontà dei ragazzi di esprimere attraverso la parola ed il segno grafico il loro fattivo impegno nella realizzazione di un mondo migliore.
“Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra”. Margherita Hack
Visualizzazioni: 290a cura di: I.C. Principe Amedeo - Gaeta