La recensione della prof.ssa Daniela Sannipoli alla raccolta poetica “Rotta verso l’Oltre” di Pasquale Vaudo, Sandra Cervone e Max Condreas, (deComporre Edizioni, collana Poetry, Gaeta, 2024).

La poesia come viaggio: vela e bussola per chi la scrive e per chi la legge. “Rotta verso l’Oltre” trascina il lettore in un’esplorazione che è tanto fisica quanto interiore, attraverso immagini di mare, albatri, conchiglie e marinai. Gli autori intrecciano voci diverse in un’armonia poetica che richiama grandi temi letterari. L’albatro, simbolo di elevazione e spaesamento in Baudelaire, diventa qui compagno di viaggio: “Il vascello della notte/è appena salpato/dalla rada/del porto del tuo cuore/pronto ad accogliere a bordo/sia il marinaio che l’albatro”.
E ancora: “Oggi sono/un vecchio snodato/ma sempre trovo/un albatro a prua/filante/e affronto con secchi ordini/fulmini, tuoni, bufere/e in porto approdo/sicuro ormeggio trovo”.
Il marinaio, figura archetipica, rappresenta l’uomo che sfida l’ignoto, che si spinge oltre le rotte sicure per cercare qualcosa di più grande: “In ogni caso/stringi forte al petto/la paura dell’ignoto sempre/poiché sarà la tua compagna/in tutta l’esistenza”.
E ancora: “Oltre le colonne d’Ercole/oltre il mare/oltre l’atmosfera/sempre con rotta verso l’infinito/è conscio delle vie/del ritorno/nulla dies sine linea”.
Così come Whitman usa il mare per raccontare la guida e il sacrificio, anche in queste pagine il viaggio marittimo è metafora dell’esistenza, tra speranza e tempesta: “Vibrano profonde le corde/incalza furiosa la tempesta/schiamazza fragorosa l’onda. […] Il Capitano/asseconda in plancha/gli spruzzi di sale/e pioggia/manovra sapiente/il timone/sottomette le onde”.
Lo stile dell’opera è evocativo, con immagini che si susseguono come onde, portando con sé un senso di malinconia e di scoperta. Nella poesia “Caro vecchio Nostromo” emerge una figura che richiama alla memoria il celebre personaggio conradiano:
“Si gode la brezza fresca/il caro vecchio Nostromo/che dalla riva scruta/le imbarcazioni in rada/quasi a sfidarne il vanto/o a rimestare il tempo/per un viaggio/ancor”.
Un uomo di mare che, come nell’opera di Conrad, incarna l’ambiguità del comando, il peso della responsabilità e la solitudine del navigante. Ma se il Nostromo di Conrad si perde nell’avidità, quello cantato dagli autori non cerca la salvezza nell’argento, ma nell’infinito.
Il linguaggio è ricco di simbolismi, mai eccessivamente ermetico, ma capace di coinvolgere il lettore con la sua musicalità.
Il mare è anche quello di Hemingway: una forza da sfidare, una lotta interiore da vincere: “Sono un quanto/di infiniti quanti/ma come Santiago/combatto gli squali:/porterò la lisca del tonno/in porto!”.
Ciò che colpisce, al di là della qualità poetica, è il senso di chiamata che emerge dai versi. “Rotta verso l’oltre” non è solo una raccolta di poesie: è un invito. A navigare, a cercare, a non accontentarsi del visibile. E alla fine, quando l’ultima poesia si chiude, resta nel lettore il sapore dell’infinito e la consapevolezza di un altrove che è già dentro di noi.
Daniela Sannipoli
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