L’arte, le donne e il cancro. Una rassegna di pittura e fotografia sulla Body Art Therapy al Goretti di Latina
“Una mostra diffusa è un po’ come un messaggio in una bottiglia… non si sa chi e come lo coglierà”. Così il curatore Fabio D’Achille, Direttore del Museo d’Arte Diffusa (MAD), ha presentato la rassegna di pittura, fotografia e Body Art Therapy inaugurata presso la Palazzina Direzionale dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Opere dell’artista Anna Maria Mazzini che inneggiano alla Vita e alla Speranza e sono dedicate alle donne che “dopo un tumore al seno vogliono sentirsi ancora belle”. La scelta dell’ospedale come “contenitore di un messaggio di rinascita e di trasformazione”, quindi, ha trovato concordi i vertici della ASL, con la Direttrice Generale Silvia Cavalli, il Direttore Sanitario Aziendale Sergio Parrocchia, la Direttrice del Dipartimento Staff dell’Azienda Assunta Lombardi, il Direttore e il Responsabile Aziendale della Breast Unit Fabio Ricci e Carlo De Masi, la Direttrice del DSBMC dell’Università Sapienza – Polo Pontino Antonella Calogero, tutti sostenitori dell’importanza di coniugare attività medico-sanitarie e socio-culturali per ampliare la gamma dei percorsi terapeutici per i pazienti e visitatori dei luoghi di cura.
Il valore e le potenzialità dell’esposizione itinerante, del resto, non soltanto inonda di luci e colori, sorrisi e serenità uffici, sale d’attesa, corridoi, ingressi, ma invita a riflettere sulle guarigioni possibili e sulla necessità di fare prevenzione per vincere la battaglia contro il cancro. I quadri dell’artista Anna Maria Mazzini, sistemate nella mostra diffusa, curata dal MAD diretto da Fabio D’Achille visitabile dall’8 marzo all’8 maggio nei luoghi – simbolo della lotta di tante donne affette da tumore della mammella, è un vero e proprio viaggio nella malattia nella trasformazione possibile, con l’obiettivo di “aiutare tante compagne di viaggio” a credere ancora, a lottare, a ritrovare forza, amore, consapevolezza. “Ri-Vivere di nuovo” si può e crederci è terapeutico, come sottoporsi alle necessarie cure ed ai successivi controlli, alla prevenzione necessaria e alle altre attività fisiche e psichiche che aiutano nel percorso da affrontare dopo una diagnosi di cancro.
Una inaugurazione di grande impatto emotivo, sottolineata dal DSA Sergio Parrocchia che alla presenza delle autorità, dei media, degli ospiti, ha voluto tra l’altro ringraziare tutti gli organizzatori sanitari dell’evento, dalla Direzione Sanitaria rappresentata dal Dott. Riccardo Marrone, agli operatori della Breast Unit, rappresentati dal Coordinatore Evangelista Fusco e dalla Case Manager Marcella Schembari, rimarcando la presenza di numerosi Direttori di UOC, Massimo Aiuti, Rita Del Piaz, Genoveva Boboc, Frida Leonetti, Angelo Pompucci, Roberto Tozzi, Francesco Battaglia, Carmine Cosentino, Luigi Greco, Giuseppe Cavallaro, Laide Romagnoli, Anna Maria Trani, Mario Mellacina, Roberta Biaggi a sottolineare la partecipazione globale e lo sforzo sinergico per la Qualità e l’Umanizzazione delle cure come mission dell’Azienda Sanitaria. Una iniziativa fortemente sostenuta dalla LILT di Latina con la Presidente Nicoletta D’Erme e la Segretaria Stefania Ciani, l’ANDOS di Sezze con la Presidente Anna Maria De Renzi, l’Associazione ANNALAURA con il Presidente Rosario L’Aurora, Europa Uomo Italia con il Delegato della Provincia di Latina Alessandro Novaga, la Farmacia Giannantonio con Giancarlo Giannantonio, trovandone meravigliose le finalità.
L’artista Anna Maria Mazzini, presidente, fondatrice e creatrice dell’associazione Body Art Therapy Italia per 45 anni ha dipinto su tela, oggi, da ex paziente oncologica, usa i pennelli sul corpo femminile, facendo muovere il proprio sogno sul corpo di altre donne. La pittura del corpo, utilizzata in tutte le culture fin dagli albori della storia umana, ha come presupposto la necessità di un incontro consapevole e di una connessione con il proprio corpo, la sua identità. La Body Art Therapy rende possibile questa correlazione: il tocco umano è fondamentale per la sopravvivenza, per costruire relazioni e per la consapevolezza del proprio corpo. Ricostruire la propria identità dopo un tumore, significa promuovere la fiducia in sé stessi, lavorare sul trauma della malattia sapendo che la psiche e il corpo costituiscono un unicum le cui parti si integrano fortemente a vicenda. Il contatto con la pelle attraverso il pennello, le dita e la combinazione di impressioni sensoriali tattili e visive con il colore utilizzato raggiungono livelli di forza terapeutica capace di sentire, emanare e trasmettere positività, amore e vita.
“L’importanza di iniziative come questa – ha dichiarato il dott. Sergio Parrocchia – è quella di far sentire le donne affette da tumore meno sole e per dare loro forti impulsi motivazionali per riaggrapparsi alla vita”. Il Prof. Ricci, nel relazionare sul tema “Salute femminile e Body Art Therapy”, ha sottolineato la diretta connessione che c’è tra guarigione e mantenimento dell’identità corporea delle donne operate, ma anche tra cura fisica e supporto psichico per quante devono attraversare il tunnel della malattia che le ha letteralmente sconvolte. Le donne vogliono costruire con determinazione il loro futuro, sentendosi ancora belle, accolte, amate”. “Una sinestesia solidale e artistica che – come ha commentato la dott.ssa Cavalli, in chiusura dell’inaugurazione – può viaggiare bene in uno spazio come quello ospedaliero, là dove c’è tanto bisogno di sostegno reciproco, rispetto, competenza ma anche creatività”.
L’ artista ha annunciato che l’associazione Body Art Therapy Italia ha aperto, fino a maggio 2023, le selezioni per le donne operate di tumore al seno per partecipare ad un concorso nazionale per diventare “LE PROTAGONISTE DEL CALENDARIO 2024” (info@bodyartherapyitalia.it).
Visualizzazioni: 450a cura di: S.C.