Porto Commerciale di Gaeta: una storia lunga oltre 50 anni
La famiglia ricorda Gennaro Di Domenico
Nell’ambito delle celebrazioni per i 50 anni dalla nascita della Compagnia Portuale di Gaeta (risalente al 3 giugno 1971), è opportuno e doveroso ricordare uno dei fondatori della portualità commerciale gaetana: il Rag. Gennaro Di Domenico. Già nel 1966, del resto, fu lui ad ideare e quindi istituire a Gaeta una società chiamata Impresa Mezzi Meccanici Portuali di cui fu amministratore unico. “E’ una lunga storia – ricorda la moglie Olga Mancini con commozione e orgoglio – che risale al dopoguerra quando Gennaro, con l’amico Ezio Gionta, girò l’Italia per studiare il funzionamento dei porti più importanti e capire cosa potesse essere creato a Gaeta, di cui intuiva le potenzialità di sviluppo legate a una banchina commerciale”. Insieme agli amici e ascoltando i consigli di esperti come il comandante Cicconardi, Primo Pilota del porto di Gaeta, Di Domenico riuscì a gettare le basi giuste per arrivare alla nascita della sua impresa, unitamente al dott. Ezio Gionta, al dott. Giacomo Perna e a Benito Candido che divenne Primo Console ovvero responsabile degli operai della Compagnia Portuale. “Volle con sé gli amici della comitiva – spiega la moglie – e coinvolse la famiglia con un entusiasmo che trascinava. Ci sono date che non posso dimenticare, come ad esempio il 16 settembre 1966, lo stesso giorno in cui nasceva nostro figlio Stefano, il secondogenito dopo Paola”. Così, dopo un inizio carico di aspettative e progetti, l’impresa prese la giusta direzione arrivando a dare lavoro e a dotarsi di mezzi meccanici fra cui ben tre gru dello storico marchio “Fiorentini”. Sono gli anni in cui si allarga anche la famiglia: nascono Gabriella, Giovanni ed Emmanuele che questa storia l’hanno sentita raccontare tante e tante volte, crescendo nell’ammirazione per un padre sul cui viso hanno potuto leggere gioia, soddisfazione e poi anche preoccupazione e qualche delusione. Ai brillanti esordi, del resto, seguirono fasi di rallentamento fino alle difficoltà che portarono alla crisi dell’Impresa.
Ma Gennaro Di Domenico non volle mai chiuderla, sognando – forse – tempi migliori, di ripresa. “Alla sua morte, peraltro improvvisa, – ci dice la signora Olga – avvenuta il 3 gennaio 1997, fu nostra figlia Paola a mettere la parola fine, decretando la fine dell’Impresa Mezzi Meccanici Portuali. Quello che più ci colpì allora e che sempre è rimasto nel nostro cuore, è stata la massiccia presenza di persone al funerale di mio marito. La cappella del cimitero di via Garibaldi si riempì di tanti cittadini accorsi a porgere l’estremo saluto a un uomo che, evidentemente, avevano stimato per l’impegno e la determinazione, o semplicemente per le intuizioni avute in un momento in cui Gaeta non sfruttava abbastanza le potenzialità di un porto dove già operavano piloti, ormeggiatori e dove attraccavano navi militari e poi petroliere”.
Di Domenico aveva compreso la necessità di accogliere la grande sfida del momento, quella di una portualità commerciale che valorizzasse lo scalo gaetano e la sua strategica posizione in area tirrenico-mediterranea. Al di là delle vicende che rallentarono la sua attività, costringendolo a trasferire una gru ad Anzio per allargare gli orizzonti di lavoro, vista anche la nascita di una seconda impresa portuale a Gaeta e la fase critica del momento, Di Domenico resta – soprattutto per quanti lo hanno conosciuto e per la famiglia che tanto lo rimpiange ancora – una personalità da ricordare e, perché no?, una figura da celebrare, nell’ambito di un’occasione importante come il cinquantennale. Dopo essere stato il “ragioniere degli ormeggiatori” e il fondatore della prima impresa portuale, si dedicò all’attività di imprenditore della ristorazione che ancora oggi i figli portano avanti con orgoglio e successo su Monte Orlando. Lì dove, entrando, è ben visibile una grande foto di un uomo che in tanti non hanno dimenticato.
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