Presentato ieri a Gaeta il progetto “Donnerranti sulla Via Francigena – Storie e misteri delle Donne che hanno fatto la storia del Golfo di Gaeta”.
Presentato a Gaeta il progetto “Donnerranti sulla Via Francigena” con cui l’Amministrazione comunale, con l’associazione Tamburo Rosso, ha partecipato all’avviso pubblico della Regione Lazio.
Il Sindaco Cristian Leccese si è detto orgoglioso del lavoro che porta la firma di Valentina Ferraiuolo, dell’Associazione Tamburo Rosso, l’ Auditorium di musica popolare Santa Lucia e delle due artiste e collaboratrici a vario titolo, Cecilia e Chiara Di Macco. La presentazione si è tenuta a pochi giorni dall’audizione presso il Ministero della Cultura del dossier relativo alla candidatura di Gaeta a Capitale della Cultura 2026 con “Blu, il clima della cultura”, nel quale il progetto in questione è entrato a pieno titolo. “Anzi – ha detto il Sindaco – non solo questo progetto, ma proprio la collaborazione dell’Auditorium e della stessa Associazione Tamburo Rosso. Direi che in questo momento gli astri e tutte le stelle incominciano ad allinearsi per lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione di tutto ciò che è e rappresenta lo straordinario patrimonio artistico, storico e culturale del nostro territorio, a livello nazionale e internazionale. Abbiamo tanti progetti sul tavolo e notiamo, proprio in questo momento storico particolare, una frizzante capacità progettuale da parte di tanti soggetti. Nello specifico questo “Donnerranti sulla Via Francigena” si inserisce completamente su quella che è la promozione e la valorizzazione del nostro territorio, perché parte chiaramente dalle radici del nostro territorio, parte dalla nostra storia, dai nostri luoghi, dai nostri miti e dalle nostre leggende, percorrendo – appunto – quello che è il percorso della Via Francigena che chiaramente arriva qui a Gaeta e rappresenta una tappa fondamentale. Saranno 10 gli appuntamenti di chiara espressione dell’arte delle persone e del territorio che verranno realizzati nelle prossime settimane, nei mesi da marzo a maggio qui a Gaeta, con il coinvolgimento di tanti partner e di tutta una serie di organizzazioni che Valentina stessa ci spiegherà tra un po e che diventeranno sempre più un elemento caratterizzante del nostro territorio. Non solo eventi, non solo cultura, ma uomini e donne che si metteranno in movimento, collaborando per realizzare emozioni, per trasmettere sensazioni e quindi, di riflesso, valorizzare quella che è la nostra originalità, la nostra caratteristica, le nostre tradizioni e la nostra cultura”.
“Attraverso questo progetto – ha poi spiegato Valentina Ferraiuolo – si intende dare un volto e anche un sentire alle donne che hanno attraversato il nostro territorio, le donne che hanno fatto la storia, donne che attraverso il loro pellegrinare, attraverso il loro errare, hanno sostato in questo territorio. Mi vien da dire donne che, in tutti i sensi, hanno lasciato traccia indelebile e soprattutto hanno segnato percorsi possibili sia della storia di Gaeta, ma di tutto il territorio. Ringrazio il sindaco perché “Donnerranti sulla Via Francigena” è un progetto che attraverso le donne parla anche degli uomini che hanno fatto la storia, anche se il punto di vista è proprio quello femminile. Daremo voce ad alcune donne che, dal Medioevo ad oggi, si sono, come dire, interfacciate con la nostra cultura e l’hanno plasmata a loro volta. Il progetto prevedeva varie possibilità di scelta. Noi ci siamo soffermati su quella dei cammini della spiritualità, riferiti al tratto laziale della Via Francigena, soprattutto il tratto della Francigena del Sud, che interessa nella fattispecie il Golfo di Gaeta. Saranno 10 spettacoli dal vivo: concerti, pièce teatrali, racconti animati, degustazioni, percorsi sensoriali che si svolgeranno in altrettante location del nostro territorio. Passeremo, quindi, dal percorso esperienziale alla Montagna Spaccata, al concerto a San Domenico, la visita alla Terra Santa in notturna. Avremo momenti a Santa Lucia, alla grotta del serpente, perché il progetto ha anche una forte caratterizzazione legata alle bellezze paesaggistiche del nostro territorio e come queste hanno interferito poi nell’andamento proprio degli avvenimenti di Gaeta. Più che dirvi nel dettaglio quali sono i concerti o i reading teatrali, mi piacerebbe focalizzare la vostra attenzione sulla caratteristica del progetto con tutta una serie di tematiche legate alla figura femminile e che comunque rappresentano delle sfaccettature della nostra cultura.
Partiamo dalla “Donna e la terra” per poi arrivare a “Sega mulega”, antica filastrocca nota come “setamoneta” con tutta la storia che c’è dietro le sete di San Leucio. Sappiamo bene come Gaeta sia stata parte integrante di un progetto sociale importantissimo per il territorio, con le tante donne che filavano la seta e come i loro tessuti preziosi viaggiassero rappresentando possibilità di scambio e anche di guadagno.
Terza tappa: “Regine e Brigantesse” con uno scenario vastissimo. In questo tema c’è il castello di Gaeta che oggi coinvolge l’Università di Cassino che ha aderito con grande entusiasmo al progetto. Gaeta è stata la culla di donne importanti. Donne che, attraverso il loro ruolo, la funzione politica e sociale hanno dato un incipit. Prima fra tutte la Regina Maria Sofia. Penso a lei perché noi, recentemente, come Tamburo Rosso, abbiamo istituito un premio che porta il suo nome e che abbiamo attribuito a Giovanna Marini. Ma non c’è solo Maria Sofia, diventata un’icona e un esempio per tutto il brigantaggio femminile che c’è stato nella nostra zona. Penso anche a Michelina De Cesare o alla storia di Olimpia Savio. Insomma, parleremo di donne che, dai Palazzi reali a coloro che si sono dati alla macchia, hanno contribuito ad impreziosire il nostro patrimonio culturale e non solo culturale. “Regine e Brigantesse”, quindi sarà un tema che ingloberà una serie di attività, tra cui diversi Reading teatrali.
Avremo poi “Passione”, tema legato al periodo della settimana Santa e di Pasqua con canti e luoghi come la Montagna Spaccata.
La “Donna e l’acqua”, invece, si legherà fortemente a tutte le musiche del Mediterraneo, nelle quali la figura femminile è accomunata da due elementi che sono il tamburo e l’ulivo, simbolo di pace. L’acqua è l’elemento che unisce tutto, e il mare unisce i popoli e non certo divide le Culture. Passeremo dai canti dei pescatori, insomma, allo sciabordare delle Lavandaie, per descrivere appunto anche momenti quotidiani delle culture del Mediterraneo.
Passeremo poi a un tema il cui titolo riprende il verso di un antico saltarello laziale: “S’arisveglia la Serpa che dorme” per un viaggio nelle bellezze paesaggistiche e naturalistiche di Gaeta. Si ripercorreranno alcune storie come la leggenda di Trapanieglie, il contadino che affrontò il serpente nella grotta che sta a Sant’Agostino. Con il progetto SMAP teatro ci saranno anche momenti dedicati proprio alle famiglie e ai più piccoli. “S’ arisveglia la Serpa che dorme” sicuramente prevede anche il trekking cantato che, con le donne di Gaeta abbiamo già realizzato nel Parco Riviera d’Ulisse, soprattutto nella zona di Monte Orlando.
Arriveremo poi al 1° maggio, conosciuto oggi come Festa dei Lavoratori. Ma dietro il 1° maggio ci sono tradizioni molto forti e, soprattutto, c’è una tradizione molto femminile in cui si celebrava la dea Cerere, dea dell’abbondanza dell’agricoltura e c’era un rituale molto bello che si faceva proprio a Gaeta Vecchia. Le donne portavano in spalla questa dea e c’erano suonatrici di tamburi che intonavano rituali. Ma la cosa interessante è che in questa tradizione molto al femminile le donne si cimentavano anche a preparare un piatto oggi conosciuto come “le virtù”. Intervistando delle anziane che ancora ricordano questo momento del 1° maggio, apprendiamo che questa pietanza da noi si chiamava “la jocca” mentre a Itri “l’aglioccola”. Praticamente venivano raccolti tutti i legumi conservati durante l’inverno e uniti a ortaggi freschi per una grande zuppa che veniva condivisa con tutta la comunità. Quindi un momento di solidarietà importante, forte per buttare alle spalle l’anno passato e prepararsi alla nuova semina, nuovi raccolti. Quindi vogliamo riprendere anche noi la festa del 1° maggio attraverso un grande evento, un grande concerto in cui non ci sarà solo musica, ma anche il recupero di tradizioni e condivisione di valori come la speranza.
Arriviamo al tema conclusivo il cui sottotitolo è Buon Compleanno Goliarda. Si tratta di tre giornate dedicate al centenario di Goliarda Sapienza che, sappiamo bene, ha dato lustro anche alla nostra Città. Nata a Catania, è sepolta proprio qui a Gaeta ed ha creato un filo rosso con un altro progetto, quello legato alla Cantantessa Carmen Consoli. Il progetto “le mal maritate” in cui siamo tutte donne e di cui io sono l’unica gaetana in mezzo a tante catanesi. Ad unirci è stata proprio la figura di Goliarda. Infatti il primo disco che abbiamo inciso era proprio dedicato a lei. Porta il nome di un brano scritto da Carmen Consoli che è un’esaltazione alla vita di Goliarda Sapienza. Io non voglio spoilerare troppo perché poi il programma uscirà sui canali ufficiali, le date, le informazioni su come prenotare, eccetera. Ma ci tenevo a dire che in queste tre giornate sicuramente ci saranno “le mal maritate”.
Chiara Di Macco si è infine soffermata a descrivere l’evento che l’8 marzo vedrà un momento di incontro presso l’Auditorium Santa Lucia. “Incontrandosi si scoprono delle risorse e delle persone che possono insegnare molto e dare un’importante ispirazione nel definire alcuni dettagli di questo percorso. Il teatro e la letteratura si integrano in questo contesto perché abbiamo scelto anche di individuare delle biografie importanti, cioè non ci interessa soltanto riprodurre o parlare di opere letterarie, ma quello che ci interessa è approfondire figure come Goliarda o giornate come l’otto Marzo. E questo attraverso un momento dedicato a una persona che in qualche modo ha avuto un contatto importante con Goliarda Sapienza ovvero Lina Vert Müller. Noi vogliamo raccontare attraverso le parole, attraverso la performance teatrale, attraverso l’esperienza teatrale che è più immersiva rispetto a quella letteraria, le biografie. Che cosa è successo a queste persone? Cosa hanno fatto? Che cosa hanno dovuto fare per arrivare, per lasciare un segno in quello che è il nostro territorio, in quella che è la nostra cultura, in quella che è la nostra sensibilità? Celebriamo l’otto Marzo, sicuramente in maniera diversa rispetto a come l’abbiamo fatto anche solo 5 anni fa, anche solo 10 anni fa. Perché tutto si attualizza e si storicizza. E quindi quello che noi faremo sarà sulla scia, su di un pensiero e di un andamento culturale molto diffuso anche tra grandi scrittrici come Michela Murgia, che ci ha da poco lasciato, Chiara Tagliaferri. Conosceremo scrittrici, attrici che purtroppo sono fuori anche dai canali ufficiali della letteratura, del teatro, talvolta del cinema…”.
I luoghi coinvolti saranno l’Auditorium Santa Lucia, il Castello Angioino Aragonese, la Montagna Spaccata, la Grotta del Serpente, il Parco Riviera d’Ulisse con Monte Orlando, il Bastione la Favorita, il Cimitero di Gaeta, San Domenico e la Terra Santa.
Visualizzazioni: 435a cura di: Redazione