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“RECOVERY & RESILIENCE PLAN: PORTS OF ROME TOWARDS A SUSTAINABLE FUTURE”

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Intergroup e AdSP Mar Tirreno Centro Settentrionale organizzano un evento in Ambasciata a Londra per parlare dell’importanza dei porti di Roma e di sistemi logistici 6.0

Londra, 23 Marzo 2022. Ieri, nella cornice dell’elegante sede dell’Ambasciata Italiana in Grosvenor Square a Londra, si è svolta la tavola rotonda organizzata dalla filiale londinese di Intergroup, società di logistica integrata dal 1986, insieme all’Autorità del Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, per promuovere i porti del Lazio ed illustrare gli investimenti programmati e futuri per rendere gli scali laziali sempre più efficienti e sostenibili.

Dopo il saluto istituzionale del capo dell’Ufficio Economico dell’Ambasciata Italiana a Londra, Massimo Carnelos, sono stati chiamati a confrontarsi, moderati dal giornalista del Sole 24 Ore Simone Filippetti, Alessandro Panaro, Responsabile dell’area di Ricerca marittima e di Economia mediterranea del Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm) collegato a Intesa San Paolo; Pino Musolino, Presidente AdSP Mar Tirreno Centro Settentrionale; Pietro Di Sarno, Amministratore Delegato Intergroup; Paolo Taticchi, Professore della UCL e Alessandro Belluzzo, Presidente della Camera di Commercio Italiana in UK.

Durante l’evento, patrocinato dal MIMS – Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Regione Lazio, Camera di Commercio Italiana in UK, Italian Trade Agency (ICE) e dal Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno S-RM, sono stati trattati temi come l’importanza dei porti a supporto delle aziende Italiane, la sostenibilità, le risorse messe a disposizione dal PNRR e non solo, e la crescente domanda di digitalizzazione nella logistica.

Ed è proprio parlando dell’importanza dei porti che si è aperto l’intervento di Alessandro Panaro, che ha presentato la recente ricerca di SRM, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, in cui si analizza la strategicità del Mediterraneo nell’economia globale, che con i suoi 18 porti rappresenta il 20% dei traffici marittimi mondiali. Il Mediterraneo continua le sue tendenze positive, nonostante i trasporti commerciali via mare molto più lenti e molto più costosi (nel 2019 occorrevano 39 giorni ad una nave portacontainer per arrivare dalla Cina agli Stati Uniti, nel 2021 il tempo di percorrenza è salito a 68 giorni; sempre nel 2019 spostare un container sulle rotte marittime costava in media 1.421 dollari, nel 2021 è esploso a 7.556 dollari), il blank sailing (cancellazione della toccata in un porto) e la congestione portuale a causa del Covid. “Il trasporto via mare rimane comunque importantissimo per l’economia italiana – afferma Panaro – Basti pensare che nel 2021 un terzo del totale dell’import-export italiano è passato via mare, per un valore di oltre €206 miliardi, con una crescita dell’8,4% del traffico merci rispetto al 2020”.

L’intervento si è poi concentrato sugli scali laziali, grazie ai quali è possibile il 23% dell’import/export della regione nei più diversi settori (mezzi di trasporto, prodotti chimici, metalli, prodotti petroliferi raffinati, macchinari e apparecchi, prodotti alimentari e bevande) sui quali bisogna però investire per renderli sempre più competitivi a livello mondiale. “Condizione necessaria – aggiunge Panaro – è che i porti diventino 6.0, ovvero scali moderni in grado di favorire la crescita di un territorio attraverso il valore aggiunto delle attività marittime e logistiche, basando la propria strategia sui principali asset di crescita competitiva: innovazione, sostenibilità, intermodalità, internazionalizzazione e ZLS”.

Un piano strategico degli investimenti necessari a completare le opere dei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta da un miliardo di euro. È quello che subito dopo ha presentato a potenziali investitori e stakeholder internazionali il presidente dell’Adsp Pino Musolino.

“Avremo 160 milioni dal Pnrr e altri interventi strategici per circa 200 milioni sono già finanziati dal Fondo Investimenti del Ministero, dall’Ue o con risorse proprie dell’Adsp: ci sono però oltre 650 milioni di euro di infrastrutture che potrebbero essere realizzate in partenariato pubblico-privato. Penso alla darsena Mare Nostrum – continua il Presidente – o al completamento del porto commerciale di Fiumicino, solo per fare due esempi. Abbiamo voluto tastare il polso ad una delle piazze finanziarie più importanti in assoluto, come quella della City di Londra, per avere intanto un feedback sull’appeal del nostro Paese e nello specifico dei nostri porti, per investitori privati nell’ambito delle infrastrutture. E mi pare che il primo approccio abbia suscitato un certo interesse, vedremo in futuro se potranno esserci degli sviluppi concreti”.

Di recenti investimenti ha parlato anche Pietro Di Sarno, Amministratore Delegato di Intergroup.

“Solo negli ultimi 12 mesi abbiamo investito privatamente circa 7 milioni di euro per rendere gli scali laziali in cui lavoriamo dei “Green Ports”: una nuova gru elettrica in arrivo a Giugno e la realizzazione del Green&Blue Terminal, di recente inaugurato, primo terminal in Italia dentro un’area portuale autorizzato per la movimentazione dei combustibili alternativi e prodotti derivati della Circular Economy.”

Un mercato estremamente competitivo e un’economia sempre più globale rendono la movimentazione delle merci sempre più strategica e per questo deve essere rapida, efficiente e digitalizzata. Diventare un’azienda logistica in ottica 6.0 è tra gli obiettivi di Intergroup: molti investimenti sono già stati fatti a riguardo, come i 2,5 milioni di euro investiti nella digitalizzazione che hanno permesso la creazione di strumenti all’avanguardia e digital per i clienti e non solo. “L’anno scorso, in piena pandemia, abbiamo lanciato, ad esempio, la nostra IntergroupWebApp, in grado di far gestire ai nostri clienti molteplici attività tramite lo smartphone o dal pc, come ad esempio monitorare i loro stock nei nostri magazzini, inviare ordini di evasione merci, monitorando in tempo reale tutte le fasi di movimentazione, consultare infine i documenti e le fatture con un semplice click. Ulteriori investimenti sono stati effettuati – continua Di Sarno – per l’automazione delle operazioni di check-in/check-out nei nostri magazzini attraverso totem automatici facilmente utilizzabili dal personale dei clienti oppure investimenti per rendere le operazioni di sbarco navi più veloci attraverso la spuntatura elettronica con dei palmari che digitalizzano tutte le informazioni relative alle merci sbarcate, consultabili 24h/24h dai committenti.”

Per ultimo, ma non meno importante, il focus che Intergroup continua ad avere per l’internazionalizzazione: “Continuiamo a credere nella nostra filiale di Londra, sbocco necessario e strategico per i mercati internazionali in tutti i settori in cui operiamo”.

“Da Italiano, sono orgoglioso di realtà come Intergroup e Porti di Roma, che dimostrano di avere strategie solide costruite su vision di lungo termine, e la capacità di esplorare le opportunità fornite dalla trasformazione digitale ed ecologica – afferma il Prof. Taticchi della UCL – Oggi siamo nel mezzo della tempesta perfetta: la competitività delle aziende si gioca sulla capacità di ridisegnare i propri modelli di business e gestire la transizione digitale ed economica”.

“Ingredienti di successo per le PPP – continua Taticchi durante il suo intervento a conclusione del panel – sono la creazione di ecosistemi di supporto, e la capacità di comprendere il mindset degli altri stakeholders, che frequentemente è molto diverso”.

Per ultimo ha parlato il Presidente della Camera di Commercio Italiana in UK, Alessandro Belluzzo, che ha confermato l’importanza di un sistema logistico e portuale efficiente per tutte le imprese italiane che operano in UK che non si sono lasciate spaventare dalla Brexit per le loro esportazioni.

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a cura di: Ida Palermo