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Sapere, saper fare, saper essere: con il camice bianco verso il futuro

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Il titolo dell’inspirational speech al centro della cerimonia “White Coat” del corso di laurea in Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica che si è tenuta nel campus di Roma il 26 marzo“Sapere, saper fare, saper essere”, è una perfetta sintesi della professione, anzi, della missione del medico, ancor più di un medico che ha scelto di formarsi e vivere nella Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

L’evento – dedicato al rito della vestizione con il camice bianco degli studenti del terzo anno di Corso che inizieranno a frequentare il secondo triennio del piano di studi, quello clinico, con le attività di apprendimento anche nei reparti ospedalieri, dopo il primo triennio biologico trascorso nei laboratori e nelle aule universitarie – è stato aperto dal professor Domenico D’Ugo, Presidente del Corso di laurea, che ha ringraziato tutti gli studenti, quasi 400, “per essere così partecipi ad una cerimonia simbolica e importante che rappresenta un momento cruciale dell’evoluzione del vostro percorso di studi: si impara a fare il medico soprattutto accanto ai pazienti. E i vostri colleghi del sesto anno che hanno significativamente accompagnato il vostro solenne ingresso in sala sono qui a dimostrarlo”.

La Cerimonia del camice bianco, nata negli Stati Uniti nei primi anni ’90 e ormai diffusa anche in Europa e in Italia, è un rito molto coinvolgente che, grazie alla presenza di professori e studenti dei diversi anni di Corso, rappresenta uno scambio ideale di conoscenze e esperienze sia fra gli studenti sia fra docenti e discenti: «Questa cerimonia, sempre molto emozionante, e sempre nuova, perché nuovi sono i protagonisti, non presenta in realtà nulla di nuovo – ha detto il professor Alessandro Sgambato, vicepreside della Facoltà di Medicina e chirurgia – poiché, al di là delle innovazioni tecnologiche e dei progressi della ricerca, eterni sono i valori sui quali da sempre si basa l’arte medica che è scienza insieme alla cura, è professionalità insieme all’umanità, è conoscenza per il servizio agli altri, per ogni persona malata che incontrerete in un momento di grande fragilità e in cui massimo è il bisogno e il desiderio di potersi affidare a qualcuno che abbia la giusta professionalità per poter essere d’aiuto e la giusta umanità per farlo nel rispetto della persona e della dignità umana».

Il discorso centrale, tenuto dalla professoressa Maria Antonietta Gambacorta, Ordinario di Radioterapia Oncologica, ha toccato e attraversato ogni fase della quotidianità degli studenti del Corso di laurea, che dal prossimo anno accademico entreranno in corsia, passando dallo studio delle scienze mediche precliniche a quelle cliniche: «Abbiamo scelto tutti di studiare all’Università Cattolica guidati dai criteri di eccellenza, conoscenza e competenza; ma lo abbiamo fatto anche e soprattutto perché qui, nella Facoltà di Medicina e chirurgia e nel Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”, scienza e cura convivono, ogni giorno».

«Conoscenza, esperienza e capacità, cioè i tre saperi dai quali siamo partiti e ai quali tutti dobbiamo mirare – ha continuato – si concretizzano non solo nel curare la malattia, ma nel prendersi cura di ogni persona malata e, quindi, fragile. Fino ad arrivare a quel prezioso sentimento di meraviglia, cioè alla gioia che proverete pensando a ciò che per gli altri ciascuno di voi farà».

Fonte: Sapere, saper fare, saper essere: con il camice bianco verso il futuro | Secondo Tempo

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a cura di: Federica Mancinelli
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