Social Prescribing, curare attraverso i contatti sociali

L’Università Cattolica nel campus di Roma e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS si fanno promotori di diverse iniziative in occasione della prima volta in Italia in cui si celebra il Social Prescribing World Day. Da progetti formativi come un ciclo di seminari sulla prescrizione sociale a iniziative di prescrizione sociale ormai consolidate come quelle della Breast Unit. L’ateneo del Sacro Cuore ha stretto collaborazioni a livello internazionale con l’European Observatory on Health Systems and Policies dell’OMS e a livello nazionale con il gruppo di lavoro dal CNAPPS dell’Istituto Superiore di Sanità.
Ansia, depressione, solitudine, dolore cronico o condizioni di salute a lungo termine, ma anche tumori e demenze: sono alcune delle patologie che potrebbero beneficiare del “Social Prescribing”, ovvero la “prescrizione”, da parte degli operatori sanitari, di attività come la partecipazione a gruppi di supporto, attività artistiche, volontariato, giardinaggio terapeutico, sport, yoga, programmi di formazione e molto altro.
Ne parlano gli esperti dell’Università Cattolica, Campus di Roma – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS alla vigilia del Social Prescribing World Day che si celebra ufficialmente il 19 marzo, inizialmente promosso dalla britannica National Academy for Social Prescribing (NASP) nel 2019 e poi anno dopo anno abbracciato da sempre più paesi nel mondo, e che per la prima volta si celebra in Italia, un cambiamento radicale del modo di pensare alla prevenzione e alla cura, cruciale in un mondo dominato dalle malattie croniche e da una popolazione sempre più anziana e sola. In questa campagna la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica nel campus di Roma ha stretto collaborazioni a livello internazionale con l’European Observatory on Health Systems and Policies dell’OMS e a livello nazionale con il gruppo di lavoro dal CNAPPS dell’Istituto Superiore di Sanità, diretto dal professor Giovanni Capelli, che è anche docente presso l’Università Cattolica di Roma. L’Università Cattolica del Sacro Cuore, inoltre, tramite la rete di associazioni di volontariato del Campus Solidale di Roma (https://roma.unicatt.it/servizi-campus-solidale), supporta attivamente il Policlinico Gemelli, che è da tempo pioniere nel Social Prescribing.
Diversi studi pubblicati hanno dimostrato che il Social Prescribing può ridurre i sintomi di ansia e depressione, specialmente in persone con disturbi di salute mentale lievi o moderati. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal (Drinkwater et al., 2019) ha evidenziato tutti gli effetti positivi del Social Prescribing, che ad esempio può ridurre significativamente la solitudine, un fattore di rischio importante per diverse malattie. Altri studi hanno mostrato che le prescrizioni sociali si associano a una riduzione delle visite mediche e degli accessi ospedalieri.
Non solo farmaci, arriva la ‘ricetta’ per attività socializzanti
Il Social Prescribing, spiega il professor Antonio Giulio de Belvis, Associato in Igiene generale e applicata alla Facoltà di Economia dell’Università Cattolica – Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, è un approccio preventivo e terapeutico attraverso il quale, a partire dalla prescrizione del medico, la rete di comunità del volontariato, associazionismo, enti locali o charities garantisce interventi socializzanti ed evidence based, ad integrazione e beneficio delle terapie tradizionali. Queste attività di coinvolgimento psico-motorio o ludico-artistico in iniziative di gruppo, culturali o ricreative (esercizio fisico, musica, danza, teatro, pittura) si sono dimostrate di beneficio per la salute e il benessere psico-fisico. Si tratta di interventi di Sanità Pubblica che legano la sfera sanitaria con quella sociale, la dimensione personale con quella relazionale e che sono già parte dell’assistenza in alcuni Sistemi sanitari europei, ma non ancora in Italia dove – secondo i promotori – è necessario un’implementazione formalizzata, diffusa e capillare.
La Pandemia ha mostrato quanto siano necessari questi interventi, specie tra gli adolescenti e gli anziani fragili, perché proteggono, curano e riabilitano, andando a valorizzare il ruolo delle reti territoriali su fattori e condizioni di rischio rilevanti, come l’isolamento sociale e il perseverare in abitudini non salutari.
I risultati della prescrizione sociale
Secondo Giada Scarpetti dell’European Observatory on Health Systems and Policies dell’OMS i primi dati mostrano che il Social Prescribing ha un impatto positivo sulla salute mentale e sul benessere generale. Ad esempio, in Canada, un progetto pilota ha coinvolto 1.100 pazienti, generando oltre 3.300 prescrizioni sociali, con miglioramenti significativi nel senso di appartenenza alla comunità e nella riduzione della solitudine. In Germania e Paesi Bassi, invece, si è osservata una diminuzione delle visite mediche e una maggiore efficienza dei costi sanitari.
Tuttavia, restano alcune criticità, come la necessità di finanziamenti stabili, una standardizzazione dei modelli di valutazione e una migliore integrazione con i sistemi sanitari nazionali, sottolinea il professor de Belvis.
Come l’Università Cattolica e il Gemelli aderiscono al Social Prescribing World Day
La Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sta formando i suoi studenti dei corsi internazionali su questi temi: a fine maggio si terrà un secondo ciclo di seminari sulla prescrizione sociale (a seguito di quello svoltosi a dicembre 2024), a cura del professor de Belvis.
L’obiettivo è trasmettere basi metodologiche rigorose sul Social Prescribing.
E formare i facilitatori di rete. “Il professionista sanitario fa la prescrizione sociale e lo indirizza al facilitatore, che è un operatore di collegamento fra il servizio sanitario e i servizi presenti nella comunità” – spiega il professor de Belvis. Il facilitatore – cui è rivolta l’attività formativa della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica – organizza e valuta applicando strumenti manageriali l’impatto delle attività previste dal piano di Social Prescribing che sono erogatedai vari attori della comunità”.
Il Social Prescribing nella Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS di Roma
Un esempio viene dalla Breast Unit del Policlinico Gemelli, diretta dal Professor Gianluca Franceschini, Ordinario di Chirurgia generale all’Università Cattolica. che collabora su questi temi con l’Associazione Komen Italia, fondata dal Professor Riccardo Masetti. Allo scopo di fornire un approccio integrato alle proprie pazienti, l’Unità “Terapie integrate in Senologia” diretta dal Dottor Stefano Magno, docente di Chirurgia generale all’Università Cattolica, applica sistematicamente il Social Prescribing alle donne che hanno subito un intervento per il tumore al seno, accompagnandole nel percorso di ripresa post-chirurgica (Rossi, 2021). Dalla mindfulness al Qi-gong (esercizi di coordinazione di corpo, respiro e mente), dall’agopuntura alle camminate all’aria aperta attraverso le Vie dei Pellegrini, fino alla musicoterapia: a ogni paziente la sua prescrizione sociale, secondo un paradigma di cura integrata e personalizzata (si veda la Figura in calce).
In concreto, l’Unità del Gemelli nell’ultimo anno ha offerto un’ampia gamma di interventi terapeutici basati su linee guida internazionali, rivolti a donne operate per tumore del seno, con benefici significativi sul benessere psicologico, la gestione dello stress e il controllo degli effetti collaterali delle cure.
Tra questi, 1.550 visite di counseling sugli stili di vita, 670 trattamenti di agopuntura per alleviare dolore, insonnia, neuropatie periferiche e vampate di calore, protocolli di Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), sessioni di qi-gong, arteterapia e musicoterapia, a cui hanno partecipato oltre 100 pazienti. Infine, 550 sedute di fisioterapia hanno favorito il recupero post-operatorio, migliorando la mobilità e riducendo il linfedema, offrendo così un valido sostegno nel percorso di riabilitazione.
Grazie al sostegno della Komen Italia, le Pazienti della Breast Unit del Gemelli sono state coinvolte anche in svariate iniziative svolte sul territorio: dal progetto Metadinamiche, un’esperienza di cammino di una settimana nel Parco della Maiella dedicato a donne con cancro metastatico, al Progetto Heritage for Life, un soggiorno settimanale a Pollica (SA), durante il quale 10 donne e i loro caregiver hanno partecipato a sessioni pratiche e teoriche su alimentazione sana, attività fisica e tradizioni culturali di un’area nota per la longevità dei suoi abitanti.
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