Un saggio storico su Scauri nella collana Origines di deComporre Edizioni
E’ uscito per deComporre edizioni, nella collana Origines – Storia e territorio, il volume “Scauri tra scaulae e scarium. L’invenzione della villa di Marco Emilio Scauro. Storia ed etimologia”.
Ne sono autori Salvatore Cardillo e Massimo Miranda, il primo Funzionario di biblioteca presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale ed esperto di storia scaurese e minturnese. Il secondo Funzionario pubblico esperto di promozione culturale e turistica, laureato in storia greca, vanta una campagna di collaborazioni agli scavi con il noto archeologo Andrea Carandini alle pendici del Palatino.
Il saggio storico presenta due prefazioni di gran pregio: quelle dei docenti universitari Massimiliano Di Fazio, professore di Scienze dell’Antichità a Pavia, e di Paolo Carusi insegnante di Storia presso il Dipartimento di Studi Umanistici di Roma Tre.
“Il libro, afferma Di Fazio, è un esempio di quell’esercizio che i filologi tedeschi definiscono “Quellenforschung”. I due autori ricostruiscono con grande scrupolo – e non senza spirito – una vicenda antiquaria che di bocca in bocca, di libro in libro, in un crescendo rossiniano (“come un colpo di cannone”), nel corso dei secoli è diventata un assioma, ovvero il legame dell’odierno toponimo Scauri con la celebre famiglia romana degli Scauri. Di questo ‘crimine storiografico’ i due autori rintracciano forse anche il colpevole. Il libro mette in fila tutte le successive amplificazioni di questa invenzione.
Ma nel libro c’è di più: ad esempio una mappatura della diffusione mediterranea del termine che è alla base del toponimo Scauri, e tanto altro. Il lettore avrà modo di verificare che non manca la pars construens, insomma.
Grazie a questo libro, possiamo riempire un po’ di più lo spazio dei fatti relativi al Lazio meridionale e sottrarlo così alle ipotesi prive di fondamento”.
Scrive invece il prof. Carusi che “lo studio dell’etimologia di Scauri, diventa studio accorto di documenti e di fonti letterarie capaci di rivelare elementi utili a delineare l’evoluzione storico-economica di un intero territorio.
Gli autori, dunque, oltre ad avanzare una duplice ipotesi sull’etimologia del nome Scauri (dimostrando, peraltro, l’inconsistenza di ogni ipotesi che lo colleghi agli Emili Scauri), dedicano ampio spazio alla ricostruzione della storia del borgo, che a partire dall’alto medioevo si configura come punto di attracco per le imbarcazioni. Un porto commerciale, probabilmente riconvertito e riutilizzato, anche grazie alla presenza bizantina a Gaeta, che con l’impaludamento del porto fluviale della antica Minturnae, oramai inutilizzabile, divenne il porto di riferimento della medievale Traetto e dei benedettini di Montecassino.
L’impronta marinara fu alla base della futura vocazione commerciale e da questa il borgo avrebbe tratto il nome: Scauri porto delle scaule, dal latino scaphula, ossia delle piccole imbarcazioni a fondo piatto governate dagli scauli molto diffuse soprattutto nell’Adriatico veneziano e ravennate.
A questa prima ipotesi etimologica gli autori ne affiancano un’altra – sempre di origine marinara – che vede la derivazione del termine Scauri dalla forma scarium/scario/scaro che in tutto il Mediterraneo identificava l’insenatura adatta all’attracco o la costa adibita ad arsenale.
La doppia ipotesi etimologica inquadra la disposizione marinara e commerciale del territorio che, in questa veste, attraversa il medioevo e l’età moderna.
Cardillo e Miranda non hanno solo il merito di essersi addentrati in questa vicenda, ma hanno anche quello di essere riusciti a sottrarsi allo stereotipo degli eruditi locali, in perenne caccia di documenti, ma sempre avari di finezze interpretative e restii a misurarsi con le difficoltà poste dalla narrazione.
La comunità scaurese troverà nel loro lavoro quel lodevole insieme di rigore storiografico e di piacevolezza espositiva che è alla base della conoscenza storica”, conclude il prof. Paolo Carusi.
Il volume oltre a ripercorrere la storia di Scauri e della sua etimologia, è arricchito da una Appendice di illustrazione e documenti notevole, con figure e tavole provenienti da vari archivi italiani. Poderosa la bibliografia, a prova di un’opera di approfondimento e verifica delle fonti storico-letterarie davvero notevole, come si evince anche dalle numerose note che accompagnano il testo. A breve il saggio storico sarà presentato presso qualche sede istituzionale, alla presenza dei due autori e dei prefatori. Nel frattempo è reperibile nelle librerie di Gaeta, Formia e Minturno o contattando l’editore deComporre( redazione.decomporre@tiscali.it).
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